Le segnalazioni per falsa testimonianza nel processo Mondo di Mezzo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-03

I giudici della X sezione penale del tribunale di Roma, il 16 ottobre scorso, hanno inviato alla Procura della Capitale i verbali relativi a 27 testimoni del processo “Mondo di Mezzo” per i quali il tribunale stesso ha ritenuto che ci siano profili compatibili con la falsa testimonianza. Tra i verbali inviati ai pm per …

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I giudici della X sezione penale del tribunale di Roma, il 16 ottobre scorso, hanno inviato alla Procura della Capitale i verbali relativi a 27 testimoni del processo “Mondo di Mezzo” per i quali il tribunale stesso ha ritenuto che ci siano profili compatibili con la falsa testimonianza. Tra i verbali inviati ai pm per le valutazioni di competenza della Procura anche quelli del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e dell’ex viceministro Filippo Bubbico. Tra i verbali da vagliare anche quelli relativi alle deposizioni della responsabile Pd nazionale del Welfare Micaela Campana (i famosi “non ricordo” su Buzzi), del presidente del consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori e dell’ex braccio destro di Alemanno, Antonio Lucarelli.
mafia capitale buzzi zingaretti
A proposito di Zingaretti, il tribunale nelle motivazioni scrive che “ha reso testimonianza (richiesta dalla difesa di Buzzi) escludendo radicalmente e con indignazione qualunque contatto con chiunque (Gramazio, Venafro, Cionci, Forlenza, Marotta) per la gara Cup, di cui si sarebbe occupato solo a livello di indirizzo politico nella fase della programmazione. E tuttavia tali dichiarazioni non risultano convincenti alla luce dello stretto rapporto di amicizia di Zingaretti con Cionci (che peraltro avevano facili occasioni di incontro lavorando vicini) e del rapporto di assoluta fiducia tra Zingaretti e Venafro (per come affermato dallo stesso Zingaretti), delle intercettazioni telefoniche sopra viste sui rapporti tra Buzzi, Forlenza e Cionci durante lo svoglimento della gara, del valore ingente della gara medesima, nonché delle dichiarazioni di Venafro e Scozzafava (di cui appresso) e della figura di Gramazio per come accertata in questo processo come politico corrotto: tutti elementi che appaiono supportare la ricostruzione dell’imputato Buzzi sulla vicenda e che danno adito al sospetto di una testimonianza falsa o reticente di Zingaretti”. Quanto a Bubbico, le perplessità dei giudici sono legate al fatto che abbia categoricamente escluso, senza risultare del tutto convincente, di avere avuto contatti con il ras delle cooperative Salvatore Buzzi: “Ebbene, nonostante la testimonianza contraria del Bubbico – scrive il tribunale -, le conversazioni che lo riguardano, molteplici, provenienti (direttamente ed indirettamente) da fonti diverse e di significato inequivoco, attesterebbero invece suoi contatti con Buzzi, così da delineare quantomeno il dubbio su un suo possibile coinvolgimento nelle vicende in esame”.

“I collegamenti di Buzzi con la parlamentare del Pd Micaela Campana – prosegue il tribunale – ed i contatti, per il suo tramite, piu’ o meno diretti, con il viceministro Bubbico risultano verosimili anche alla luce della lunga testimonianza, in diversi punti poco credibile (stanti le inequivoche intercettazioni telefoniche e gli immotivati “non ricordo” della teste), resa dalla stessa Campana, sebbene abbia decisamente negato collegamenti diretti di Buzzi con Bubbico e l’interessamento di Bubbico alle vicende in esame”. I numerosi “non ricordo” che hanno caratterizzato la sua deposizione hanno portato il collegio a sospettare “di reticenza e falsità” la testimonianza dell’esponente nazionale del Pd: si tratta di “non ricordo – spiegano i giudici della decima sezione – spesso del tutto inverosimili in quanto apodittici e non meglio motivati e contrastanti con il contenuto chiaro delle intercettazioni telefoniche attinenti ad argomenti importanti nella vita politica o personale della donna”. “Del pari – si legge ancora – si esprimono dubbi sulla genuinità della testimonianza resa da Daniele Leodori, sentito (su richiesta della difesa di Buzzi) all’udienza del 21 marzo scorso, in quanto in alcuni punti fortemente contrastante con le intercettazioni agli atti”. Da chiarire, infine, quanto detto in aula da Antonio Lucarelli, stretto collaboratore di Alemanno che al processo “ha dichiarato di non conoscere affatto Massimo Carminati e comunque di non aver subito da lui alcuna intimidazione”. Estraneità ribadita dallo stesso ex esponente dei Nar, quando invece Buzzi ha prima affermato che Carminati aveva fatto la campagna elettorale per Lucarelli, nell’interrogatorio del 31 maggio 2015, poi ha precisato nelle spontanee dichiarazioni del primo dicembre 2016 di non sapere se i due si conoscessero e, infine, è tornato a dire il 20 marzo 2017 che l’ex estremista di destra era stato “grande elettore” di Lucarelli.

Leggi sull’argomento: Micaela Campana: tutti i «non ricordo» della deputata PD al processo su Mafia Capitale

 

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