Fabrizio Piscitelli: i telefoni criptati dietro l’omicidio di Diabolik

Piscitelli aveva tre cellulari, tutti criptati. Ed è impossibile adesso sapere chi ha detto al killer dove avrebbe trovato Diabolik

Dietro l’omicidio di Diabolik c’è il giallo dei telefoni criptati. Fabrizio Piscitelli, ucciso in un’esecuzione di stampo mafioso il 7 agosto su una panchina al parco degli Acquedotti di via Lemonia al Tuscolano, utilizzava cellulari da cui è impossibile estrapolare informazioni. E quindi sarà più difficile trovare chi lo ha ammazzato sparandogli un colpo di pistola alla tempia in pieno giorno, incurante della possibilità di essere visto.



Fabrizio Piscitelli: i telefoni criptati dietro l’omicidio di Diabolik

Le piste che battono gli inquirenti portano tutte a un contrasto con gli altri capi della mala romana, privilegiando la pista degli albanesi. Sullo stesso piano anche i rapporti con il clan dei Senese, camorristi trapiantati a Roma ormai da più di 20 anni. Ma non solo i Senese sono entrati nel mondo criminale di Piscitelli monitorato anche nell’indagine “Mafia Capitale”: i suoi rapporti con Massimo Carminati e la banda di albanesi che oltre a tifare sugli spalti, sarebbe stata anche manovalanza criminale.

La mappa della droga nella Capitale (La Repubblica, 9 agosto 2019)

Piscitelli aveva tre cellulari, tutti criptati. Ed è impossibile adesso sapere chi ha detto al killer dove avrebbe trovato Diabolik. Intanto qualche sospetto arriva anche nei confronti dell’autista cubano che è scappato dopo l’omicidio ed è stato bloccato dalla polizia sul Grande Racordo Anulare. Ma senza i telefonini sarà difficile arrivare a qualcosa di concreto.



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