Opinioni

Emanuela Corda e i poteri magici del M5S sulle servitù militari

Giovanni Drogo 29/06/2018

È proprio vero che il governo Conte è il governo del cambiamento. Ad esempio è bastato semplicemente che si insediasse un nuovo ministro della Difesa per far cambiare il giudizio della deputata Corda sull’accordo Stato-Regione sulle servitù militari in Sardegna. Prima erano svantaggiose, inadeguate e una presa in giro. Oggi invece dimostrano “l’efficacia dell’esecutivo”. Che però non ha fatto altro che dare corso a quell’accordo

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Emanuela Corda è la capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Difesa alla Camera. In questi anni la deputata sarda del M5S (alla sua seconda legislatura) è stata molto attiva sulla questione delle servitù militari in Sardegna esprimendo spesso un parere critico sulla presenza militare nei territori sardi. Ad esempio nel 2014 la Corda si faceva portatrice dell’insofferenza dei sindaci della zona rispetto “all’incombenza del poligono militare di Teulada” che penalizza le operazioni di rilancio del territorio.

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Nel dicembre del 2017 venne raggiunto un accordo tra il presidente della Regione Sardegna Pigliaru e il ministro della difesa Pinotti sul tema della cessione e della dismissione di alcune delle servitù militari come quella della Spiaggia di Porto Tramatzu; del poligono di Capo Teulada; della Spiaggia di S’Ena e S’Arca e del Poligono di Capo Frasca (Arbus).

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La deputata Corda commentò così con una nota stampa: «Servitù militari: accordo svantaggioso per la Sardegna. Nonostante sia definito come un accordo storico per la regione, al contrario, risulta essere inadeguato rispetto alle necessità dell’isola, carente ed arretrato rispetto agli accordi già firmati in precedenza e nel quale non c’è un minimo accenno alle bonifiche necessarie per sanare e mettere in sicurezza il territorio». La deputata del M5S definì l’intesa «un’altra presa in giro per il popolo sardo» ritenendo impossibile che nelle ultime settimane di legislatura potesse essere dato seguito all’accordo. Eppure non è che quando un governo decade gli atti e gli accordi cessano di avere valore (senza contare che il governo Gentiloni avrebbe continuato a restare in carica fino a maggio 2018).

Incredibile a dirsi con l’arrivo del governo del cambiamento il nuovo ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ha ratificato quello stesso accordo. Ma se tra Pinotti e Trenta su questo aspetto c’è stata continuità di vedute la deputata Corda invece ha aguzzato la vista e ha scoperto come le cose stiano finalmente iniziando ad andare per il verso giusto.

Improvvisamente la Corda si trova a dover lodare un accordo che aveva definito “carente e arretrato”. Ma la deputata pentastellata fa di meglio; una volta constatata “l’efficacia del nuovo esecutivo” che si è attivato per la restituzione ai sardi di Porto Tramatzu e della spiaggia di S’enna e s’arca, ricorda come sia stato proprio il M5S a chiedere che “fossero subito messi in pratica gli accordi tra la Regione e il Governo già definiti con il presidente Gentiloni”. Gli accordi in questione sono proprio quelli che a dicembre, sei mesi fa, la Corda definì “una presa in giro per il popolo sardo”.

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Qualche coraggioso commentatore ha provato a far notare la curiosa inversione di rotta della deputata. Che risponde dicendo che “se uno fa delle osservazioni critiche su alcune parti di un accordo poi non può attivarsi per far attuare almeno ciò che di positivo non è stato ancora fatto”. Prendiamo atto quindi che oggi, giugno 2018, per Emanuela Corda l’accordo Pigliaru-Pinotti ha anche degli aspetti positivi. Prima invece era unicamente “svantaggioso, inadeguato, carente ed arretrato”. E poi uno dice che il governo del cambiamento non sta davvero cambiando l’Italia.

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