Elio Vito lascia Forza Italia e l’incarico da parlamentare. Il perché delle sue dimissioni

di Clarissa Cancelli

Pubblicato il 2022-06-19

“Forza Italia ha perso la sua natura di movimento politico leaderistico, liberale e democratico. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere”

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“A seguito della mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare”. Così Elio Vito in un tweet. “Forza Italia in questi ultimi mesi ha messo in atto e promosso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali, politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti, di preferenze”, scrive ancora Vito.

Elio Vito lascia Forza Italia e l’incarico da parlamentare

“Forza Italia ha perso la sua natura di movimento politico leaderistico, liberale e democratico. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere e le voci critiche sono state messe al bando, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione. Già in occasione del voto di Forza Italia al Senato che determinò il non passaggio all’esame degli articoli del dal Zan, e del vergognoso applauso che lo accompagnò, lasciai i miei incarichi di partito”, spiega De Vito aggiungendo: “Successivamente ho sperato, ho cercato, ho creduto che fosse ancora possibile una fase di confronto e discussione, un cambiamento all’interno del partito. Sono accadute, invece, due altre cose molto gravi che mi rendono impossibile continuare a militare in Forza Italia. La prima riguarda le affermazioni di Berlusconi sull’aggressione russa dell’Ucraina che se da una parte sono state formalmente di condanna, dall’altra sono state elogiative di Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia. Da ultimo, l’apparentamento a Lucca per il ballottaggio con formazioni estremistiche di destra. L’antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga, soprattutto in questo momento storico, quando sono tornati gravi episodi di violenza squadrista”.

“Non ho la potenza di giornali e televisioni”

Il parlamentare conclude così: “Signor Presidente, per far riavere fiducia nella politica, serve una buona
politica, onesta, trasparente, leale incentrata su un confronto non ideologico, non animato da odio, da pregiudizi ma dal rispetto, dalla volontà di risolvere i problemi, di realizzare i diritti civili e sociali. Serve una politica che si divide su proposte di soluzione ai problemi ma si riconosce in valori comuni, di libertà, democrazia, laicità, di appartenenza alle Istituzioni internazionali dell’Onu, della NATO, dell’Unione europea
Che si riconosca nella Costituzione antifascista. Signor Presidente Fico, ho questa lettera di dimissioni per rendere pubbliche le mie ragioni. Non ho la potenza di giornali e televisioni, potenza che non dubito continuerà ad essere usata. Ma resta e resterà la libertà, l’orgoglio, la dignità di avere servito il mio Paese e di avere difeso le mie idee”.

Ci potrebbe, però, volere del tempo per abbandonare definitivamente l’incarico. A meno che non risulti incompatibile con un’altra carica un parlamentare non può, infatti, semplicemente dimettersi. La sua richiesta deve invece essere votata dall’aula di appartenenza che può anche negarla.Il parlamentare in questione deve spiegare le proprie motivazioni all’aula, la quale poi voterà sulle dimissioni. Il voto, da regolamento, sia della Camera che del Senato, deve essere fatto a scrutinio segreto ed è prassi che la prima votazione abbia esito negativo, come gesto di cortesia nei confronti del deputato o senatore. Le tempistiche sono lunghe. C’è, dunque, la possibilità che Vito resti in carica fino a fine legislatura.

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