È stato estradato e consegnato alla polizia italiana il cugino di Saman Abbas

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-09

Era stato arrestato il 30 maggio in Francia mentre cercava di fuggire in Spagna.

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La Polizia a Ponte San Luigi (Imola) ha preso in consegna, dai poliziotti francesi, Ikram Ijaz, cugino di Saman, arrestato il 30 maggio scorso a Nimes in Francia mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna. Il 28enne è indagato nel procedimento per la sparizione della 18enne pachistana, istruito presso la procura di Reggio Emilia. L’uomo sarà associato presso un Istituto Penitenziario, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Le ricerche di Saman Abbas

Proseguono i carotaggi del terreno per agevolare il lavoro delle unità cinofile impiegate oggi nelle ricerche a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Secondo l’ipotesi investigativa dei carabinieri la ragazza sarebbe stata uccisa e il corpo sarebbe stato nascosto nelle vicinanze. Oltre ai cani per le ricerche sarà usato l’elettromagnetometro. In mattinata intorno alle 11 è previsto sul posto un sopralluogo del sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Galli.

Il messaggio della comunità pachistana del Piemonte

“Come comunità pakistana non accettiamo queste forme di violenza”. Lo ha detto all’Adnkronos Malik Adnan Sher, che è portavoce della comunità pakistana piemontese: “La maggior parte delle volte si confonde tra religione e cultura ma quanto è accaduto non ha nulla a che fare con la religione perché la religione islamica dice che tutte le persone hanno la libertà di scegliere i loro sposi e le loro spose”, aggiunge sottolineando “è un atto di cultura violenta che dimostra che ci sono persone che non riescono a capire, che sono ancora legati a un certo tipo di mentalità da cui non riescono ad uscire”.

“Le seconde generazioni hanno combattuto e stanno ancora combattendo per cambiare questa mentalità di chi è venuto prima e che non permette soprattutto alle ragazze di essere libere di fare una vita tranquilla, di studiare e di sposarsi”, osserva ancora rilevando che “noi come giovani pakistani residenti in Italia non possiamo sopportare queste forme di violenza, le condanniamo in maniera forte e siamo impegnati a combatterle”.

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