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È salva e in Italia Fatima, la prima (e unica) guida turistica donna dell’Afghanistan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-25

Fatima è arrivata in Italia dopo tre tentativi, la paura di non farcela e il rischio che i talebani la fermassero

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Fatima c’è, è in Italia. La paura è stata tantissima, al punto che la seconda volta in cui il suo volo è partito senza di lei la paura le entrata in corpo per non andarsene più. “Sono tutto ciò che i talebani odiano, se mi trovano mi ammazzano. Ho paura e temo per i miei genitori rimasti a Herat: se scoprono che hanno allevato una figlia come me o li uccidono subito o ne fanno un bersaglio fino a quando non mi consegno”, aveva scritto così la ragazza. Una 22enne che si guadagnava da vivere facendo da guida turistica, la prima nel suo paese.

Poi il messaggio della tranquillità, quello poco prima della partenza e subito dopo l’imbarco che ieri sera campeggiava sulle colonne de La Repubblica: “È il momento di partire. Vorrei ringraziarvi dal più profondo del cuore”.

È salva e in Italia Fatima, la prima (e unica) guida turistica donna dell’Afghanistan. Il ruolo fondamentale di Lo Presti e Pangea Onlus

Nella espiazione di una vittima annunciata del nuovo regime un ruolo fondamentale l’ha giocato Pangea Onlus e il suo presidente Luca Lo Presti. E’ stata Fatima a raccontare come sia bastato un messaggio su Instagram perché la ragazza fosse inserita in una lista di donne da mettere in salvo. E così è stata. La cronaca della sua fuga riportata su Repubblica ricorda le immagini del film premio Oscar Argo con Ben Afflek, in quel caso la CIA doveva elaborare un delicato piano per salvare dei cittadini americani rifugiatisi nell’ambasciata canadese di Teheran. Oggi la fuga è da Kabul.

Il primo tentativo era arrivato il 15 agosto, il giorno della caduta della capitale.  “La situazione all’aeroporto è complicata, sono ancora a Kabul perché hanno cancellato tutti i voli – riporta il quotidiano torinese -. Non so quando potrò partire”. La situazione di cui si parla è quella che tutti avevamo visto nelle immagini dell’aeroporto da Kabul. Poi il tentativo del 19 agosto. Ma i talebani avevano accolto i fuggiaschi con dei proiettili, i colpi erano sembrati troppo vicini “Oggi ho provato a prendere un volo americano – scrive – ero quasi vicina alle porte, ma poi i talebani hanno iniziato a sparare, ci hanno minacciato e hanno lanciato gas lacrimogeni. Dei suoni allucinanti, non riesco a crederci. Sono tornata a casa, ho perso il volo”. L’ultimo tentativo è quello buono, quello del 20 agosto. Quello che finalmente l’avrebbe riportata in Italia.

È salva e in Italia la prima (e unica) guida turistica donna dell’Afghanistan. Il futuro

“Ho litigato per anni con la mia famiglia prima di riuscire a farle accettare il mio lavoro . Per strada sono stata attaccata verbalmente e fisicamente: parolacce e lanci di pietre. Ma non ho mai perso di vista i miei sogni: fondare la prima agenzia turistica di sole donne, finanziare progetti per l’emancipazione femminile, diventare una giornalista e viaggiare per il mondo. Ora so che dovrò essere ancora più forte: mi sembra un incubo da cui non riesco a svegliarmi, ma voglio rimanere ottimista – aveva scritto nella sua lettera diventata virale -. Sono tornati, non potrò più mostravi le nostre meraviglie. Grazie a chi ha ascoltato la mia voce. Beati voi che non vivete in Afghanistan, che non dovete temere che un talebano vi ammazzi. Continuate a inseguire i vostri sogni e a viaggiare. Se rimarrò viva ci rivedremo alla fine di questo attacco, perché voglio credere che presto avremo la pace”.
Ora l’Italia l’aspetta, ci sarà certamente una meraviglia artistica a caccia di una guida turistica appassionata e motivata.

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