E il ministero manda l’ok a Italia Viva al Matteo Renzi sbagliato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-25

La storia di un cittadino teramano, di mestiere consulente informatico, a cui l’Ufficio Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico ha inviato una lettera per fargli sapere che il marchio “Italia Viva” non era ancora registrato

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Il Fatto Quotidiano racconta oggi in un articolo a firma di Antonio D’Amore racconta la storia di un Matteo Renzi sbagliato. Ovvero di un cittadino teramano, di mestiere consulente informatico, a cui l’Ufficio Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico ha inviato una lettera per fargli sapere che il marchio “Italia Viva” non era ancora registrato. Ovviamente si tratta di un errore di persona, ma è anche curioso che dalle parti del ministero non siano in grado di comprendere la differenza tra il Matteo Renzi abruzzese e quello toscano:

Anche quando i genitori del Renzi nazionale vennero arrestati, ci fu anche chi, mosso da un senso di umana partecipazione, sentì il bisogno di esprimere vicinanza al Renzi teramano, che fu costretto a postare su Facebook una nota di servizio, con la quale informava tutti che i suoi genitori stavano bene e che stavano a casa per scelta e non per ordine di un magistrato.Mai, però,gli era successo che quell’omonimia traesse in inganno un ministero della Repubblica, come è avvenuto stavolta, con la lettera arrivata ieri mattina. Anzi: doppiamente arrivata, perché forse a causa dell’errore, l’Ufficio del Mise ha inviato una seconda lettera, ma anche questa regolarmente indirizzata al Renzi sbagliato.

matteo renzi italia viva marchio

Certo, un ministero dovrebbe avere una certa facilità nel raggiungere l’indirizzo esatto di un ex ministro nonché ex presidente del Consiglio. E ci si aspetterebbe che l’Ufficio Brevetti, non sbagli l’indirizzo di chi ha presentato una richiesta, scrivendo ad un omonimo che, oltretutto, non ha mai registrato nulla né scritto al ministero. E stupisce anche, tra le righe, lo scoprire che Italia Viva, presentata con tanto di “logone”disceso dall’alto della Leopolda, non sia ancora un marchio registrato.

EDIT 28 GENNAIO: Giulia nei commenti fa notare che:

Si tratta di richieste fraudolente che non provengono né dal MiSE né dall’UIBM per le quali si è già provveduto a presentare denuncia all’Autorità giudiziaria a tutela propria e delle persone coinvolte. In questi giorni stanno giungendo a diversi cittadini e operatori interessati alla registrazione di un marchio richieste di pagamenti su un IBAN polacco. Queste richieste, trasmesse a mezzo posta, riportano nell’intestazione il logo, l’indirizzo (errato) e i contatti del MiSE e dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), nonché il nome e la firma falsificata di un dirigente del Ministero. Il signor Travaglio ha pubblicato la lettera di questo omonimo Renzi, ma ha visto l’IBAN polacco riportato da questa lettera?

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