E Fratelli d’Italia si arrabbia perché Report ha parlato di Giorgia Meloni

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-04-22

“Abbiamo presentato un quesito alla Rai in commissione di Vigilanza affinché vengano rettificate le informazioni contenute nel servizio di Report sui legami internazionali di Fratelli d’Italia, rese note le fonti e garantito il contradditorio. Report sta diventando la psicopolizia politica del governo. Se vuole proporre del giornalismo d’inchiesta, metta sotto osservazione gli strani legami fra …

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“Abbiamo presentato un quesito alla Rai in commissione di Vigilanza affinché vengano rettificate le informazioni contenute nel servizio di Report sui legami internazionali di Fratelli d’Italia, rese note le fonti e garantito il contradditorio. Report sta diventando la psicopolizia politica del governo. Se vuole proporre del giornalismo d’inchiesta, metta sotto osservazione gli strani legami fra Casaleggio, Movimento 5 stelle e la dittatura comunista cinese”: in una nota, i parlamentari FdI in Vigilanza Rai Federico Mollicone e Daniela Santanché dimostrano in primo luogo di non sapere che la rettifica va inviata alla trasmissione (o al giornale) e non alla Commissione di Vigilanza della Rai.

report giorgia meloni
Ma perché Fratelli d’Italia si è arrabbiato? Il motivo è che durante la trasmissione un servizio di Giorgio Mottola ha raccontato che alcune organizzazioni ultra conservatrici Usa finanziano direttamente il gruppo dei Conservatori e riformisti europei, a cui aderiscono il Front National e Fratelli d’Italia. La leader Giorgia Meloni ne è a conoscenza? Il servizio di Report non lo dice, spiega però che i rapporti tra questi gruppi e la parlamentare italiana sono sempre più stretti. E’ stata l’unica europea invitata alla convention conservatrice americana a Washington e ha ricambiato l’invito con una conferenza internazionale a Roma. L’aspetto più imbarazzante di queste riunioni – specie nell’ottica della politica italiana – è che questi gruppi americani hanno messo al centro della loro agenda l’opposizione a Bergoglio. E dal momento della sua nomina hanno aumentato finanziamenti e relazioni coi gruppi europei. Il gruppo europeo di Fratelli d’Italia (Alleanza Riformisti e Conservatori) è l’unico partito europeo finanziato da Heritage Foundation e Atlas Network, due fondazioni vicine a Donald Trump.

Una replica invece è arrivata dal gruppo: “E’ molto preoccupante per il dibattito politico e per la nostra democrazia che una trasmissione del servizio pubblico trasmetta lunghi servizi contenenti ipotesi surreali costruite per denigrare un partito storico e rispettato sulla scena europea, descrivendolo come il cavallo di Troia di Trump in Europa” e collegandolo a trame oscure e legami con ambienti discutibili, nonché il partito italiano che ad esso aderisce”, scrive in una nota l’ufficio stampa del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei. “I Conservatori e Riformisti europei -continua- godono di un consolidato rapporto con i nostri partner negli Stati Uniti (tra cui la prestigiosa Heritage Foundation e Atlas Network) e nel corso degli anni hanno lavorato duramente per costruire legami più forti e una cooperazione internazionale basata su comuni valori politici e culturali”. “Nel quadro delle nostre comuni attività e al fine di aiutarci a coprire costi organizzativi, la Heritage Foundation ci ha donato 12.000 euro nel 2016 e 5.980 euro nel 2017. Allo stesso modo, nel 2017 Atlas Network ha effettuato una donazione di 4.442,38 euro. Una cifra complessiva quindi persino inferiore a quanto riportato nel servizio”.

“Fratelli d’Italia è entrato a far parte dei Conservatori e Riformisti europei nel febbraio 2019 (peraltro quindi molto tempo dopo quelle regolari donazioni, immotivatamente stigmatizzate da Report) e da allora ha conosciuto una crescita costante, non solo in Italia ma anche nel suo profilo e nella sua credibilità internazionale. Giorgia Meloni è stata attiva nel promuovere i nostri legami transatlantici, come testimonia la sua partecipazione a una serie di prestigiosi eventi Conservatori negli Stati Uniti. Il tutto mantenendo la propria totale autonomia politica, di cui Giorgia Meloni fa giustamente un vanto. Ci aspettiamo -concludono i Conservatori e riformisti europei- che la televisione pubblica italiana prenda le distanze da questa grossolana disinformazione offerta ai suoi telespettatori”.

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