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È morto di Covid il parroco di Genova che credeva che nei vaccini ci fossero le cellule dei feti abortiti
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-02-02
Don Paolo Romeo, parroco della chiesa di Santo Stefano, si è spento a causa dell’infezione polmonare
Aveva deciso di non vaccinarsi perché, come ripetuto in diverse occasioni anche durante le omelie, era convinto che nei prodotti immunizzanti utilizzati per la campagna vaccinale fossero presenti tracce di cellule di feti abortiti. Una posizione non in linea con quella ufficiale della Chiesa, anche perché questa ricostruzione cospirazionista è stata più volte smentita dalla comunità scientifica e dagli stessi esponenti del clero cattolico. Ma don Paolo Romeo non ha mai voluto cambiare la sua idea e, dopo essersi contagiato quasi un mese fa, è morto a Genova. Di Covid.
Don Paolo Romeo, il parroco no vax morto di Covid e parlava di feti nei vaccini
Il sacerdote ricopriva il ruolo di parroco dell’abbazia di Santo Stefano, nel centro storico di Genova. Un mese fa era stato sostituito da un “collega” che aveva preso, a titolo temporaneo, le redini della chiesa ligure a causa dell’assenza per motivi di salute di don Paolo Romeo. Problemi legati all’infezione da Sars-CoV-2 che si è palesata in tutta la sua virulenza con quegli effetti nefasti che, purtroppo, abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due anni. La sua capacita polmonare si è ben presto compromessa, anche a causa di quello scudo chiamato vaccino. I medici hanno provato a curarlo e a salvare la sua vita, ma il 1° febbraio è arrivata la notizia del suo decesso. Proprio per colpa del Covid.
Aveva 51 anni ed era molto conosciuto negli ambienti del clero genovese (ma anche tra i fedeli) per le sue posizioni conservatrici. Perché oltre alla sua battaglia contro il vaccino (condizionata da quella falsa credenza delle cellule dei feti inseriti all’interno dei prodotti, come sostenuto anche da altri suoi “colleghi”), in molti ricordano alcune sue omelie – anche durante cerimonie ufficiali – contro il ddl Zan. Parlava dell’omosessualità come di una malattia. Posizioni senza possibilità di confronto, diventate convinzioni inscalfibili. Come quella sui vaccini anti-Covid che avrebbero potuto salvargli la vita.