La lettera aperta ai fedeli con cui il parroco no vax ha chiesto scusa dopo essersi ammalato di Covid

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-20

Don Lelio Grappasonno è parroco di Sant’Odorico di Sacile e di Nave a Fontanafredda, in provincia di Pordenone. Aveva sollevato dubbi sul Covid e sui vaccini, ma dopo essere risultato positivo ha chiesto scusa ai suoi fedeli con una lettera aperta

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Don Lelio Grappasonno è soltanto l’ultimo di una lunghissima serie di no vax che si sono ricreduti sulle loro convinzioni dopo aver preso il Covid e hanno chiesto scusa. Parroco di Sant’Odorico di Sacile e di Nave a Fontanafredda, in provincia di Pordenone, l’uomo ha rivolto una lettera aperta ai fedeli della sua parrocchia per fare ammenda dopo aver messo in dubbio più volte la pandemia di Coronavirus. Un passo indietro doveroso e necessario, arrivato però soltanto dopo essere risultato positivo: “Sento fortemente il desiderio di chiedere scusa e perdono per i miei atteggiamenti di ribellione”, scrive nella lettera, riportata oggi dal Piccolo di Trieste, dopo un mese trascorso in isolamento.

La lettera ai fedeli di don Lelio Grappasonno, parroco no vax

“I miei atteggiamenti – aggiunge – hanno involontariamente danneggiato le relazioni con tante persone e di questo, non sono fiero. Ho vissuto un tempo di prova che mi ha fatto ricordare che dal male il Signore ricava sempre un bene maggiore. Voglio ringraziare con tutte le mie forze i parrocchiani per la collaborazione nel poco e intenso tempo vissuto insieme, che mi ha permesso di valutare ciò che c’era e il nuovo che ci aspettava”. Si è poi rivolto ai fedeli per informarli del suo ritorno in chiesa: “Chiedo ai miei carissimi parrocchiani di avere ancora pazienza perché ho bisogno di un tempo congruo per rimettere i pezzi al posto giusto e ritrovare l’equilibrio e l’armonia interiore. Porterò tutti nel mio cuore e nel ricordo a ogni santa messa e grazie per la comprensione”.

Lelio Grappasonno ha un passato in Argentina, dal quale è scappato per non andare a combattere in guerra. Lì ha studiato per portare avanti l’altra passione della sua vita, il pianoforte, che gli ha permesso – una volta arrivato in Italia – di trovare lavori saltuari negli alberghi e nelle ville. Fino al giorno in cui un viaggio a Medjugorje l’ha convinto a prendere i voti.

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