La storia del diplomatico russo che chiedeva all’«uomo di Salvini» notizie sulle dimissioni dei ministri della Lega (prima della caduta di Draghi)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-28

I documenti dell’intelligence visionati e pubblicati da La Stampa oggi. Si parla di incontri e colloqui avvenuti nel mese di maggio, mentre in Italia si litigava sulla risoluzione per le armi all’Ucraina

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Si torna a parlare di “ombre russe” sull’Italia. Ancor prima della crisi di governo per la mancata fiducia (prima alla Camera e poi al Senato) del MoVimento 5 Stelle sul dl Aiuti. Molte settimane prima che Forza Italia, Lega e – per l’appunto – M5S decidessero di non votare la risoluzione Casini provocando la fine dell’esecutivo guidato da Mario Draghi e lo scioglimento delle Camere con il ritorno alle urne previsto per il prossimo 25 agosto. Nelle fasi più calde delle tensioni sul tema dell’invio di armi all’Ucraina, ci sarebbero stati dei contatti ripetuti (con tanto di richieste) tra un funzionario di Mosca e un uomo di fiducia di Matteo Salvini.

Salvini e la storia dei russi che chiedevano le dimissioni dei ministri Lega

A riportare la notizia è stato Jacopo Iacoboni sull’edizione de La Stampa in edicola oggi. Il giornalista fa riferimento ad alcuni documenti dell’intelligence italiana che ha potuto visionare. E al loro interno si parla di questi presunti dialoghi tra uno dei principali funzionari dell’ambasciata russa a Roma – Oleg Kostyukov – e quell’Antonio Capuano già salito agli onori della cronaca per esser stato il deus ex machina di quel viaggio, mai avvenuto, di Salvini a Mosca. E proprio l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, avrebbe ripetutamente ricevuto sollecitazioni e domande dal funzionario di Mosca nella capitale.

“Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del Governo italiano con questa operazione, avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal Governo”.

Questo, secondo quanto riportato da La Stampa, è parte del contenuto di quei documenti dell’intelligence italiana. Gli spostamenti di Capuano (e non solo) intorno all’ambasciata russa, infatti, sono sempre stati tenuti sott’occhio da parte dei servizi segreti, proprio per via dei delicati equilibri tra i due Paesi.

Il caldo maggio

Documenti che raccontano un periodo preciso: il mese di maggio di quest’anno. Erano i giorni in cui, tutto d’un tratto, l’offensiva della Lega e di Salvini sul governo Draghi per bloccare l’invio di nuove armi a Kyiv si fece sempre più intensa. E Palazzo Chigi si trovava nella morsa anche del MoVimento 5 Stelle che, da parte sua, muoveva le stesse identiche critiche al capo del governo (di cui facevano parte). Erano i giorni in cui si parlava di quel viaggio del segretario del Carroccio a Mosca, poi saltato.

E i protagonisti della vicenda raccontata su La Stampa, scorrendo lungo i documenti dell’intelligence, sono proprio quei due personaggi che avevano contribuito a quella trasferta a Mosca mai avvenuta: da una parte Antonio Capuano, spin doctor per i rapporti internazionali del leghista, dall’altra il “vicario dell’ufficio politico dell’ambasciata russa a Roma” Oleg Kostyukov, colui il quale comprò materialmente i biglietti aerei per quel viaggio mai ultimato. Nel corso di quegli incontri e colloqui, tra la metà e la fine di maggio, arrivarono molte domande dall’ambasciata di Mosca nella capitale. Tra cui quella sulle dimissioni – mai avvenute – dei ministri del Carroccio. Poi la situazione, anche mediaticamente, si placò. Fino alla rottura di luglio e la fine del governo.

Fanno impressione, a rileggerle in questa luce, le parole pronunciate dal premier italiano in quello che resta il suo ultimo discorso in Senato: “In politica estera, abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del presidente Putin”.

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