Mattarella ha accettato le dimissioni di Mario Draghi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-21

Dopo quanto accaduto ieri a Palazzo Madama, il Presidente del Consiglio rimette (per la seconda volta in una settimana) il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica

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A distanza di una settimana, il canovaccio è sempre lo stesso. Ma, questa volta, con esito definitivo. Dopo quanto accaduto nella lunga giornata di mercoledì a Palazzo Madama, sono arrivate le dimissioni di Mario Draghi dal suo ruolo e compito istituzionale di Presidente del Consiglio dei Ministri. Il capo del governo (ormai destinato a diventare ex) ha comunicato questa decisione – oramai inevitabile visto il voto di fiducia non arrivato dai senatori di Lega, Forza Italia e MoVimento 5 Stelle – ai deputati della Camera, riuniti questa mattina a Montecitorio per ascoltare le sue dichiarazioni. E Mattarella ha preso atto di questa decisione.

Dimissioni Draghi, l’annuncio del Presidente del Consiglio alla Camera

A comunicare l’esito del colloquio tra Draghi e Mattarella è stato il Segretario Generale del Quirinale:

“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”.

Una decisione inevitabile, con quel rapporto di fiducia incrinato la scorsa settimana dalla decisione del MoVimento 5 Stelle di non votare la fiducia (sia alla Camera che al Senato) sul dl Aiuti e definitivamente rotto dalla scelta del centrodestra (ex) governista e degli stessi pentastellati. I primi sono usciti dall’Aula di Palazzo Madama al momento del voto alla risoluzione Casini, i secondo sono rimasti seduti ai propri scranni (per garantire il numero legale), ma non partecipando al voto.

La decisione di rimandare l’ufficializzazione delle dimissioni Draghi è arrivata nella serata di ieri. Dopo il voto del Senato, infatti, il Presidente del Consiglio non è salito al Colle da Mattarella per rimettere nelle mani del capo di Stato il suo mandato. Ha atteso la giornata di oggi, quando già erano state calendarizzate le sue dichiarazioni davanti ai deputati, dopo aver fatto lo stesso ai senatori. Ma non si andrà al voto di nessuna risoluzione di fiducia, visto che il passo è stato già segnato a Palazzo Madama. Ora Draghi andrà al Quirinale e la palla di questa partita passerà nelle mani proprio del Presidente della Repubblica. Non dovrebbero esserci consultazioni – come già accadde nel 1994, con Scalfaro che sciolse direttamente le Camere dopo la crisi del governo Ciampi – e si potrebbe già indicare la data del voto: o il 25 settembre (ma è un giorno di festività religiosa, il capodanno ebraico) o, più plausibile, il 2 ottobre. Che la campagna elettorale abbia inizio (anche se è sempre stata perpetua e non si è mai interrotta).

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