Opinioni

Dieci anni in meno a De Santis per l'omicidio di Ciro Esposito

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-27

Sedici anni di reclusione, a fronte dei 26 inflittigli in primo grado. Questa la pena comminata in appello, a Roma, a Daniele De Santis, l’ex ultras giallorosso che uccise il napoletano Ciro Esposito poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio 2014. La sentenza è stata emessa dalla prima Corte d’assise […]

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Sedici anni di reclusione, a fronte dei 26 inflittigli in primo grado. Questa la pena comminata in appello, a Roma, a Daniele De Santis, l’ex ultras giallorosso che uccise il napoletano Ciro Esposito poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio 2014. La sentenza è stata emessa dalla prima Corte d’assise d’appello di Roma, presieduta da Andrea Calabria con Giancarlo De Cataldo. La riduzione della condanna a De Santis è motivata dall’assoluzione dall’ulteriore reato di rissa contestato, nonché dall’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e della recidiva. I giudici d’appello hanno assolto gli altri due imputati, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli, in primo grado condannati a 8 mesi di reclusione ciascuno per rissa e lesioni al volto dello stesso De Santis.
daniele de santis ciro esposito
L’avvocato Angelo Pisani che, assieme al fratello Sergio, tutela gli interessi della famiglia di Ciro, ha affermato: “Incredibile… 10 anni di sconto per chi uccide un ragazzo. È tutto assurdo anche se, in ogni caso, ha retto l’impostazione della sentenza di primo grado. È un minimo di giustizia anche se l’assassino di Ciro Esposito dovrà scontare solo 16 anni di carcere”. “La nostra è una soddisfazione molto parziale, per un principio di chiarezza che è stato fatto attorno a questa vicenda molto condizionata dal clamore mediatico”, hanno detto invece i legali di Daniele De Santis, avvocati Tommaso Politi e David Terracina, commentano la sentenza di oggi dei giudici d’appello nel processo per la morte di Ciro Esposito. “La nostra tesi permane quella della legittima difesa – hanno aggiunto – Faremo ricorso per Cassazione”.

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