Ora Di Battista nega tutto: “Non guido scissioni. Conte un galantuomo, avevo detto sì a un ministero”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-21

In una diretta su Facebook ha detto: “Mi sto solo dedicando a portare avanti alcune battaglie, anche perché lo diceva sempre Gianroberto (Casaleggio): le correnti sono cose da partiti, non da Movimento”

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Alessandro Di Battista si toglie qualche sassolino dalla scarpa e colpisce a destra e a manca, tutti: il Movimento 5 stelle, gli alleati di governo, gli (ex?) nemici dell’M5s, e alcuni che – secondo lui – sarebbero i burattinai della crisi. Ormai si sa, l’ex deputato 5 Stelle non ha digerito l’aver dato la fiducia al governo Draghi, e (forse ancora di più), non accetta di governare con Renzi e Berlusconi. Lo ripete lui stesso nella diretta Facebook di poche ore fa. Ricorda di quando sia andato sotto casa di Belusconi a leggere la sentenza con la quale è stato condannato il suo braccio destro Marcello Dell’Utri, racconta di come – sempre secondo lui – il cavaliere sia stato figura chiave nella trattativa Stato Mafia. Del leader di Italia Viva racconta di come lui ne prenda sempre le distanze tanto da aver rifiutato per ben due volte un ministero (nel Conte II e per l’ipotetico Conte III), proprio per l’eventuale presenza di Maria Elena Boschi nell’esecutivo. In sostanza: o me o i renziani. Così come per Berlusconi.

Ma la notizia non è questa. Fin qui, infatti, è tutto già risaputo. La notizia è che l’ex deputato del Movimento ha negato in tutti i modi i rumor che lo davano in dirittura d’arrivo per l’istituzione di un nuovo partito, un contromivimento per fare opposizione dura. E non solo: smentisce che ci siano stati dei rapporti con Italia dei Valori per poter usufruire (almeno al Senato) del simbolo di Di Pietro (necessario per formare un gruppo parlamentare, il simbolo deve essere stato presentato alle elezioni): “Io non sto capitanando scissioni, non sto fondando partiti. Ma poi: ma quando mai ho avuto rapporti con Idv”. E poi il messaggino alla “fonte anonima che ha detto ciò alla stampa”: “Si palesasse, è falso”. Parla dell’M5s, dice che “con Luigi (Di Maio)” hanno idee diverse, ma c’è un forte affetto”. E poi Di Battista chiude sull’argomento: “Mi sto solo dedicando a portare avanti alcune battaglie, anche perché lo diceva sempre Gianroberto (Casaleggio): le correnti sono cose da partiti, non da Movimento”.

“Ho sempre appoggiato Conte, è un galantuomo. A volte non ero d’accordo, ma lo rispetto. Ora invece è tutto diverso: è vero che da una parte è bene essere tra coloro che gestiranno i fondi del Recovery (e questo è positivo), ma governare con questa accozzaglia non farà bene al Movimento”. E questo – dice Di Battista – è da tenere bene a mente. E punta il dito contro Gianni Letta, berlusconiano che avrebbe tramato – sempre secondo lui – per far arrivare Draghi a Palazzo Chigi.

Poi una riflessioni sulle espulsioni dei dissidenti, tutti i parlamentari (tra i 30 e i 50) che hanno detto no o nì (con astensione) al governo Draghi, o che non si sono presentati in Aula senza giustificati motivi: “Sono contrario. Forse la soluzione sarebbe far votare gli iscritti su Rousseau – e poi la frecciatina – magari con un quesito chiaro”. Io la penso come loro. E ho consigliato a loro di fare ricorso.

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