Davide Tutino: la strana storia del prof che dice che digiunare serve ad avere l’esenzione dal vaccino dopo uno sciopero della fame di tre giorni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-04

La protesta del professore di filosofia ha ottenuto una vasta eco mediatica

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La sua “battaglia” ha ottenuto una vasta eco mediatica e l’ultimo punto di svolta arriva attraverso una sorta di comunicato stampa pubblicato sulla sua pagina Facebook in cui parla di se stesso in terza persona. Questa è la storia di Davide Tutino, il professore (sospeso dall’insegnamento) di filosofia in un liceo di Roma e referente del sindacato Fisi per il Lazio che non ha alcuna intenzione di vaccinarsi. E ora dice di esser stato esentato dal vaccino a causa del suo “deperimento” provocato da uno sciopero della fame durato tre giorni. E lascia ai suoi “adepti” questa indicazione come strumento per opporsi alla campagna di immunizzazione.

Davide Tutino post Facebook

Davide Tutino e l’esenzione vaccinale dopo lo sciopero della fame

“Il professor studente Davide Tutino, in sciopero della fame dal 31 dicembre scorso per fermare la sospensione di oltre 40.000 lavoratori tra personale della scuola e forze dell’ordine, si è presentato alle 13:50 di oggi presso il centro vaccinale di Grottaferrata. Presso tale sede, infatti, era stato costretto dalla normativa a prenotare il proprio trattamento sanitario obbligatorio, e si è recato all’appuntamento accompagnato da uno dei legali dell’associazione Umanità e Ragione, l’avvocato Ida Nazzaro. Una volta constatato lo stato di deperimento fisico del docente, il medico vaccinatore, non sussistendo alcuno studio comprovante l’innocuità del trattamento su una persona in sciopero della fame, ha ritenuto in scienza e coscienza di esentarlo dal trattamento”. Questo è il racconto fatto dal professore sospeso sulla sua seguitissima pagina Facebook.

Secondo questa narrazione, dunque, il medico del centro vaccinale lo ha visto troppo deperito dopo tre giorni di digiuno – per il suo sciopero della fame – e ha deciso di esentarlo dall’immunizzazione. Alcuni commentatori social hanno messo in dubbio questa versione, sottolineando il fatto che dopo tre giorni di digiuno non si possa apparire deperiti. Non avendo ulteriori informazioni da fonti ufficiali, possiamo solamente pensare che Davide Tutino si sia presentato con una serie di esami clinici presso l’hub di Grottaferrata. Perché, come si legge nella circolare del Ministero della Salute firmata dal direttore Giovanni Rezza in data 4 agosto 2021, non vi è alcuna indicazione che mette in correlazione il digiuno – o lo sciopero della fame – con le caratteristiche per richiedere l’esenzione da vaccino. Insomma, il piano è molto più ampio.

Le polemiche “sull’invito” al digiuno

Questa è la narrazione, poi ci sono le polemiche. Perché a quel primo messaggio-comunicato, in tanti hanno contestato quello che appare un invito al digiuno per ottenere l’esenzione vaccinale. E Davide Tutino ha provato a spiegarsi così:

“L’esenzione da me ricevuta a seguito dello sciopero della fame non è una soluzione, bensì uno strumento.
Abbiamo ricevuto uno strumento, sta a noi utilizzarlo. È una crepa, sta a noi allargarla o cercarne altre.
Cosa accadrebbe se centinaia, o centinaia di migliaia di cittadini si presentassero in digiuno, seguite dal proprio medico? Forse uno, forse due, forse duecento, forse duemila vaccinatori avvertirebbero, come è accaduto con me, la responsabilità umana e deontologica di differire, oppure esentare dal TSO. Si apre la strada a una resistenza nonviolenta di massa. Non significa vincere, sia chiaro. Significa la possibilità di con-vincere”.
Ovviamente non si parla di TSO (perché quello sarebbe previsto solamente di obbligo vaccinale assoluto e non di uno relativo, come quello che è molto simile al Super Green Pass, come abbiamo già spiegato qui). Sta di fatto che la sua smentita sull’invito al digiuno, in realtà, sembra confermare quella tendenza. Dice che è uno strumento – lo sciopero della fame – per arrivare a quell’obiettivo. E apre il vaso di Pandora su quello che potrebbe accadere se in tanti facessero come lui. Insomma, da bravo filosofo utilizza un periodo ipotetico che rende un suggerimento una mera suggestione.

(foto: da L’Aria che tira, La7)

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