Crisi di governo: cosa può succedere?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-04

Quello che ormai pare acclarato è che il Conte-bis ha le ore contate. Ma cosa può succedere dopo? L’ipotesi di Un Conte Ter riprende quota

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Quello che ormai pare acclarato è che il Conte-bis ha le ore contate. Ma cosa può succedere dopo? L’ipotesi di Un Conte Ter riprende quota. M5S e Pd attendono la decisione di Conte con pazienza via via minore e, sottotraccia, aumentano il loro pressing per un governo-ter, con annesso rimpasto e con qualche seria concessione a Matteo Renzi. Italia Viva, dal canto suo, non cede. Tra il 6 e il 7 gennaio, ovvero a ridosso del Cdm per il via libera al Recovery Plan, il leader di Iv chiederà alle sue due ministre di dimettersi. Potrebbe essere quella la miccia per l’avvio dell’iter formale del Conte-ter. Nel frattempo, nelle prossime ore, il capo dell’esecutivo, per evitare una crisi al buio nel mezzo della pandemia, dovrà certificare alcune modifiche nel Piano di Ripresa e Resilienza. A partire dalla cancellazione della fondazione per la cybersecurity presente anche nell’ultima bozza del piano. Tuttavia, per placare l’offensiva di Renzi, non basterà. La delega ai Servizi, in uno schema che vede il sorgere del Conte-ter, dovrà essere ceduta, se non ad un esponente politico, ad una personalità terza che Conte considera di sua fiducia. E poi c’è il dossier rimpasto, esplicitamente citato da Maurizio Martina. “Non capisco perché dovremmo escluderlo a priori”, spiega l’esponente Dem. Ed è un assunto che, nel Pd trova in tanti d’accordo.  Repubblica riassume i 5 scenari possibili, alcuni dei quali, come le urne, sono davvero improbabili:

Il rimpasto di governo: È l’ipotesi ormai più difficile, quella di un accordo che non passa per la crisi. Ma Conte potrebbe fare ancora un tentativo, accogliendo le richieste dei renziani sul Recovery, cedendo la delega sui Servizi e modificando la squadra di governo, magari offrendo a Italia viva posti di maggior peso

Il Conte ter: Renzi ritira le due ministre di Iv, il premier ne prende atto e sale al Quirinale per dimettersi, senza voto parlamentare. Il capo dello Stato potrebbe affidargli un nuovo incarico per verificare se ha in numeri in Parlamento, se Italia viva è disposta a sostenerlo, con una nuova squadra e nuovi patti

Un altro premier giallorosso: Per Renzi sarebbe una vittoria, avrebbe vinto su Conte e si dimostrerebbe il vero ago della bilancia della coalizione, incassando forse posti migliori al governo e le misure a cui tiene. Ma chi potrebbe sedersi a Palazzo Chigi? Un dem come Zingaretti (improbabile), Franceschini o Gualtieri? Difficile che i 5S dicano sì. Ma Di Maio premier non lo vuole Renzi.

Il governo di larghe intese: Si scrive larghe intese, prevedendo quindi che anche il centrodestra (o almeno una parte) contribuisca a farlo nascere, si legge governo Draghi. Ma la prima incognita è la disponibilità dell’ex governatore della Bce a mettersi in gioco. Senza contare che il Movimento 5Stelle quasi certamente si opporrebbe.

Il voto anticipato: È l’estrema ratio. Mandare alle urne un Paese alle prese con una emergenza sanitaria drammatica, e una campagna vaccinale tutta da gestire, è un salto nel buio. Neppure il centrodestra preme veramente per le urne subito. Ma se fosse l’unica strada potrebbe servire un governo tecnico per guidare il Paese al voto

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