Covid, Galli: “Anticorpi monoclonali non ancora disponibili in routine clinica”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-04

Il primario del Sacco di Milano: “Ho somministrato una sola terapia in uso compassionevole, per questi farmaci scelta complessa e scommessa clinica”

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“Gli anticorpi monoclonali non sono ancora del tutto disponibili. Io ne ho potuto somministrare, in tutto, uno. In un solo caso, con una procedura di tipo compassionevole. Ma l’utilizzo corrente è ancora da definire sulla base di disponibilità che si prospettano, però, nel brevissimo termine”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.

Galli ha spiegato che i monoclonali “hanno senso e utilità per le persone che sono nelle primissime fasi di malattia e che hanno connotazione caratteristiche tali da essere considerate come persone a rischio di un’evoluzione negativa”. In generale “su 100 persone che si infettano 5 andranno in ospedale e uno morirà. Il discorso cambia se la scelta si fa sulle persone con fattore di rischio importanti. Su quelle va operata un’attenta valutazione di classificazione dei fattori di rischio clinici che identifica coloro che, nell’arco di primi giorni di malattia, è opportuno che facciano i monoclonali”.

L’anticorpo monoclonale , in pratica, “è un farmaco che serve per quelli che stanno bene e che può essere utilizzato nel timore che queste persone possano evolvere in un senso negativo. E’ una scelta complessa e una scommessa clinica. Serve per persone che abbiano appena avuto l’infezione e che abbiano importanti fattori di rischio tali da far prevedere un’evoluzione negativa”.

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