Cultura e scienze

I dati italiani sul Coronavirus sono attendibili?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-27

Anche se i dati sono accurati, qualche piccolo indizio di una possibile inversione di tendenza c’è stato. Potrebbe essere un falso allarme. Oppure l’inizio della seconda ondata

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Ieri il sasso nello stagno lo ha lanciato Andrea Crisanti: «C’è qualche dubbio: in Italia abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai». I nuovi ricoveri, spiega oggi il Messaggero, sono un campanello d’allarme che ci dice: forse in giro ci sono più positivi di quanti ne troviamo.

«No, non va benissimo, qui in Puglia sono ricominciati i ricoveri. Non sono casi gravissimi, ma sono nuovi focolai, non la coda di quelli vecchi» dice il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e capo della task-force della Regione Puglia su Covid-19. In Campania stessi segnali: si rivedono i ricoveri, si rivedono persone con sintomi che si presentano in ospedale, anche ventenni. Nel Lazio i numeri spiegano perché vada ridimensionata la leggenda, che voleva tutti i nuovi positivi asintomatici. In dieci giorni c’è stato un aumento delle persone ricoverate in ospedale per Covid dell’8 per cento: dai 175 del 16 luglio ai 189 di ieri. Tenendo conto che giorno dopo giorno alcuni pazienti sono stati dimessi, è evidente che il numero di nuovi ricoveri è più alto rispetto allo scarto di 14 che c’è tra le due cifre.

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Coronavirus: i dati del 26 luglio

Nei reparti differenti dalla terapia intensiva il 23 luglio era stato raggiunto il valore più basso di ricoveri per Covid, 713. Ieri, dicono i numeri della Protezione Civile, siamo risaliti a 735. Non solo: sempre su scala nazionale c’è anche un lieve incremento dei pazienti in terapia intensiva, in un giorno siamo passati da 41 a 44. Tutti questi dati messi insieme, che mostrano un nuovo vigore dell’epidemia. E a far pensare che le persone giuste non vengono testate c’è un altro piccolo indizio, spiega il quotidiano:

Possono aiutarci, come caso campione, le notizie del Lazio: quando qualcuno viene ricoverato in ospedale, per altri motivi che non c’entrano con il coronavirus, per ragioni di sicurezza viene sempre eseguito il tampone. Bene, in questo modo, con una frequenza preoccupante, stanno emergendo sempre nuovi casi positivi: ieri, ad esempio, nella sola Asl Roma 6, è stato trovato positivo un uomo portato al pronto soccorso di Anzio per un incidente stradale, un altro a quello di Frascati, un terzo all’ospedale dei Castelli. Sono tre pazienti positivi che non avremmo mai individuato se non fossero andati in ospedale: un indicatore del fatto che il virus sta circolando, anche oltre i confini dei casi di importazione.

Anche se i dati sono accurati, qualche piccolo indizio di una possibile inversione di tendenza c’è stato. Potrebbe essere un falso allarme. Oppure l’inizio della seconda ondata.

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