Così Caltagirone scomunica Lega e M5S

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-06-08

Il Messaggero pubblica oggi un intervento di Francesco Gaetano Caltagirone, editore del quotidiano, a un convegno che si è tenuto ieri a Roma. L’intervento è interessante perché rappresenta una scomunica del governo Lega-M5S. Caltagirone prima descrive le funzionalità della democrazia rappresentativa e poi affonda sul punto che gli interessa: Un sistema questo estremamente stabile: l’Italia …

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Il Messaggero pubblica oggi un intervento di Francesco Gaetano Caltagirone, editore del quotidiano, a un convegno che si è tenuto ieri a Roma. L’intervento è interessante perché rappresenta una scomunica del governo Lega-M5S. Caltagirone prima descrive le funzionalità della democrazia rappresentativa e poi affonda sul punto che gli interessa:

Un sistema questo estremamente stabile: l’Italia ha conosciuto dalla fine della guerra alla caduta della “prima Repubblica” molti governi ma maggioranze e programmi sostanzialmente in continuità fra di loro. Ed anche un sistema capace di rappresentare ogni idea e di comporre efficacemente gli opposti interessi limitando le tensioni sociali.

Oggi questi principi sono messi in seria discussione. Le nuove tecnologie consentono un dialogo diretto con le masse ed una verifica immediata del gradimento. Succede così che alla democrazia rappresentativa si stia sostituendo una forma di democrazia diretta basata non più, o non solo, sul merito e sulla competenza, bensì, appunto, sul mero “gradimento”, o sulla“gradevolezza”.

È sotto gli occhi di tutti, credo, che le scelte basate sul“gradimento”, o sulla “gradevolezza”, portino,come avvenuto in molte parti del nostro Paese, al potere soggetti non capaci di governare. E anche laddove i meccanismi del “gradimento” riescano a selezionare profili meritevoli, la democrazia diretta rischia di diminuire la capacità di composizione delle diverse istanze della società.

francesco gaetano caltagirone

L’obiettivo di Caltagirone è piuttosto scoperto, anche se sembra riferirsi per ora più al MoVimento 5 Stelle che alla Lega. O meglio, nell’ultima frase, in cui si distingue tra gli eletti incapaci e quelli che invece verrebbero ostacolati dalla democrazia diretta, l’editore sembra proprio riferirsi nel primo caso a profili come quelli di Di Maio e Raggi, e nel secondo caso a Salvini. Ma questa è soltanto una (maliziosa) interpretazione.

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