Cultura e scienze

Cosa succede quando si guarisce dal Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-24

Si può rimanere positivi a SARS-COV-2 anche per due mesi. E si perdono l’olfatto e il gusto. Mentre l’insufficienza respiratoria può permanere anche dopo la malattia

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Chi guarisce dal Coronavirus SARS-COV-2 e da COVID-19 può rimanere comunque positivo al virus anche per due mesi. E perdere per lo stesso periodo di tempo il gusto e l’olfatto. Bianca Dobroiu, modella che è stato il primo caso (conosciuto) di contagio a Bologna, ha spiegato in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino di essere ancora positiva dopo 50 giorni di quarantena e sei tamponi. Tutti positivi.

Cosa succede quando si guarisce dal Coronavirus

“Soltanto uno, il quarto fatto un mese fa, era inizialmente incerto – spiega la 22enne, studentessa –, ma poi anche il quinto, e il sesto fatto l’altroieri, hanno dato sempre lo stesso responso”. Il tunnel. “Mia mamma è in casa con me ed è risultata negativa a tre tamponi, e io dal 10 di marzo non ho più nulla: colpi di tosse azzerati, niente febbre. E mi sono pure allenata – racconta –, fisicamente sto benissimo. Già dieci giorni fa mi sembrava essere in un delirio, risultavo sana al 100%, visitata in ospedale, e ancora positiva al Covid. Oggi non so più cosa pensare”. Ma non è l’unica, visto che la stessa cosa è successa a Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno, e ai due turisti cinesi ricoverati all’epoca all’ospedale Spallanzani di Roma.

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Coronavirus: COVID-19, la malattia (La Repubblica, 4 marzo 2020)

Tracoloro che invece passano dalle terapie intensive (oggi sono solo il 2,1 per cento dei pazienti positivi in Italia), come spiega oggi il Messaggero c’è chi, anche dopo la guarigione, deve convivere con lunghe e fastidiose conseguenze.

Il sistema sanitario sta imparando, giorno per giorno, a guarire i pazienti di Covid-19, ma sta anche cominciando la fase in cui a una parte di loro bisognerà garantire il ritorno alla vita normale. Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità: «Per avere un quadro definito andranno condotti studi e valutazioni in maniera rigorosa. In particolare quelli sulla funzionalità respiratoria. Le analisi di eventuali esiti dell’infezione da coronavirus sugli organi è un aspetto cruciale».  Il professor Massimo Galli è primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, uno dei centri di eccellenza in prima linea nella drammatica situazione della Lombardia. Cosa succede ai casi più gravi dopo la guarigione? «La cosa che più ci preoccupa sono i reliquati a livello polmonare. Molti se la cavano, ma sembra abbastanza evidente che diversi abbiano problemi polmonari di una certa importanza. Anosmia e disosmia, i disturbi dell’olfatto e dell’odorato, invece di solito vanno a migliorare o a sparire, anche se non è per tutti così».

Va però ribadito un punto fermo: Covid-19 è una malattia che i medici stanno imparando a trattare da pochi mesi. «Siamo solo all’inizio della valutazione a lungo termine – ribadisce il professor Galli – non abbiamo certezze assolute. Ma le prime conclusioni sono queste: la stragrande maggioranza guarisce senza reliquati, ma il problema che può rimanere, più serio, nelle persone che hanno avuto una polmonite devastante, è una insufficienza respiratoria».

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