Perché un consigliere PD era vestito da clown ieri in Assemblea Capitolina

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-23

I pentastellati romani oggi hanno sfottuto il consigliere Orlando Corsetti che si è vestito da pagliaccio ed è stato espulso dall’aula. E si sono chiesti anche il perché del gesto. Vediamo di spiegarglielo: c’entrano i lavoratori Raggi-rati di Roma Multiservizi

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Da ieri sera i grillini di Roma stanno facendo circolare una foto del consigliere del Partito Democratico Orlando Corsetti vestito da clown mentre si siede sugli scranni riservati alla sindaca Virginia Raggi in Assemblea Capitolina domandandosi cosa volesse esprimere “con questa farsa” e prendendosela con l’atteggiamento di scarsa serietà, a loro dire, e di scarso rispetto delle istituzioni. Il MoVimento che è salito sui tetti di Montecitorio si è scandalizzato per una manifestazione di dissenso, giudicandola incomprensibile.

paola taverna orlando corsetti

daniele diaco orlando corsetti

Perché un consigliere PD era vestito da clown ieri in Assemblea Capitolina

Corsetti, che è stato ovviamente espulso per il suo comportamento, su Facebook ha pubblicato un’altra foto che dovrebbe essere già di per sé abbastanza esplicativa per i vari Diaco, Ferrara e Taverna. Il consigliere infatti si è messo la parrucca e il naso da clown in solidarietà con i dipendenti di Roma Multiservizi, che ieri si sono presentati in Assemblea Capitolina per contestare per l’ennesima volta i grillini. E come mai i dipendenti di Roma Multiservizi contestano i grillini? Il motivo scatenante sono i trenta lavoratori licenziati e raggi-rati dal MoVimento 5 Stelle: Secondo Serenetta Monti dell’Usi questa vicenda è stata “soltanto l’inizio di una lunga catena di licenziamenti. Questi lavoratori di fatto sono licenziati, mentre i consiglieri M5s Roberto Di Palma e Daniele Diaco ci dissero che non ci sarebbe stato nessun licenziamento”.

orlando corsetti clown 1

Poco più di un mese fa l’Assessore allo sviluppo strategico delle Partecipate di Roma Capitale Alessandro Gennaro ribadiva l’impegno del Comune per salvare i trenta posti di lavoro e ricordava che la giunta stava “andando avanti” sulla gara a doppio oggetto per Roma Multiservizi. Bando di gara che la Raggi e i suoi colleghi di giunta non riescono a pubblicare da ben otto mesi.

I pagliacci in Assemblea Capitolina

Il MoVimento 5 Stelle aveva infatti promesso ai lavoratori di Roma Multiservizi, di risolvere l’annosa questione della stabilità del loro rapporto di lavoro. Ignazio Marino voleva dismettere dismettere Roma Multiservizi. La Raggi (con Frongia, De Vito e Stefàno) quando era all’opposizione invece si oppose ad una eventuale dismissione dell’azienda auspicando una internalizzazione dei dipendenti. Una promessa importante che sicuramente le garantì parecchi voti. Dopo le elezioni l’allora assessora Paola Muraro annunciò che il Comune avrebbe assunto i lavoratori dell’azienda. Ovviamente era una balla e qualche tempo dopo il M5S fece marcia indietro  dicendo che per i servizi che finora erano stati erogati dall’azienda si sarebbe invece fatta una gara a cui Roma Multiservizi poteva partecipare. In questo video sono riepilogate tutte le promesse fatte da Raggi e De Vito ai lavoratori di Roma Multiservizi:

a giunta Raggi ha fatto il bando a cui Roma Multiservizi poteva partecipare e poi lo ha ritirato perché era stato sonoramente bocciato dall’Antitrust e rischiava di perdere i ricorsi al TAR già pronti. Risultato: quel bando al quale l’amministrazione capitolina aveva lavorato “per bene” per oltre otto mesi è stato sospeso “a data da destinarsi”.  A inizio gennaio le organizzazioni sindacali hanno annunciato l’intenzione di portare in procura una denuncia per falso a carico del MoVimento 5 Stelle Roma per un verbale della commissione Ambiente, presieduta dal consigliere 5S Daniele Diaco, dal quale sarebbero sparite alcune frasi dell’ex assessore che manifestava l’intenzione di trasformare Roma Multiservizi in un’azienda di primo livello. Lo stesso Diaco che ieri si scandalizzava per Corsetti. Insomma, adesso dovrebbe essere chiaro anche ai 5 Stelle chi sono i pagliacci.

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