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Coronavirus, i sondaggi: le Regioni meglio di Roma
neXtQuotidiano 12/04/2020
Le opinioni si dividono nettamente nelle diverse aree del Paese: nel Nord si attribuiscono più meriti alle regioni, allorché nel Centro e nel Sud si privilegia quanto ha fatto il governo
Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera illustra oggi i risultati di un sondaggio di IPSOS sull’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 che sostiene che nonostante i giudizi largamente positivi per l’operato dell’esecutivo, alla domanda su chi si sia mosso con maggiore efficacia nell’affrontare l’emergenza in corso tra il governo e le Regioni maggiormente colpite, queste ultime prevalgono con il 42%, contro il 34% che indica il governo.
Le opinioni si dividono nettamente nelle diverse aree del Paese: nel Nord si attribuiscono più meriti alle regioni, allorché nel Centro e nel Sud si privilegia quanto ha fatto il governo. Il dato si spiega in ragione prevalentemente dell’orientamento politico: non a caso, infatti, tre delle quattro regioni in cui si registra di gran lunga il maggior numero di contagi sono guidate dal centrodestra il cui elettorato propende più per la propria amministrazione locale che per il governo.
Ma alla domanda su chi dovrebbe gestire la sanità in Italia, il pendolo torna dalla parte dell’esecutivo, infatti il 50% ritiene che la materia dovrebbe essere gestita esclusivamente (18%) o prevalentemente (32%) dal governo, mentre il 35% è del parere che il ruolo spetti alle regioni, in via esclusiva (8%) o prevalente (27%). Anche in questo caso le opinioni divergono tra i diversi elettori: quelli della maggioranza prediligono una gestione governativa, quelli dell’opposizione (in particolare i leghisti) propendono per il decentramento.
Riguardo alle misure varate dal governo per far fronte all’emergenza sociale e lavorativa generata dal coronavirus le opinioni si dividono: per il 42% si sarebbe dovuto fare di più, mentre per il 39% rappresentano il massimo che si poteva fare fino a questo momento, tenendo conto delle ristrettezze di bilancio. Gli imprenditori, i dirigenti, i liberi professionisti nonché i lavoratori autonomi e gli operai si aspettavano di più, come pure gli elettori dell’opposizione. Sullo sfondo, nonostante prevalga la preoccupazione per i rischi di contagio, sta aumentando significativamente l’inquietudine per la situazione economica personale: se a febbraio il 20% prevedeva un peggioramento nei successivi 6 mesi, oggi i pessimisti sono saliti al 50%, con un picco del 62% tra i lavoratori autonomi.