Cultura e scienze

Il Coronavirus e il rischio di arrivare a 4mila contagi al giorno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-24

Ranieri Guerra dell’OMS: «Ad arrivare a mille serve tempo, ma poi a salire a duemila al giorno e infine a quattromila si fa in fretta. L’epidemia funziona così, lo avevamo visto a marzo»

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Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un’intervista al Messaggero pronostica che dopo il superamento per due giorni consecutivi della soglia psicologica dei mille contagi la situazione dell’epidemia di Coronavirus Sars-CoV-2 e COVID-19 in Italia potrebbe peggiorare esponenzialmente e rapidamente:

«Non mi preoccupa la gravità clinica che conseguirà a questi nuovi positivi che non incidono in modo rilevante sui ricoveri in questo momento,ma osservo che sono comunque persone che fanno circolare il virus, aumentare la probabilità di contagio sui soggetti più fragili. Tenga conto di un dato: ad arrivare a mille serve tempo, ma poi a salire a duemila al giorno e infine a quattromila si fa in fretta. L’epidemia funziona così, lo avevamo visto a marzo».

Cosa succederà se ci troveremo come Francia e Spagna con 4.000 casi al giorno?
«Ci arriveremo probabilmente presto, dato che stiamo assistendo sia ad un aumento dei positivi che ad una accelerazione conseguente dei tempi di moltiplicazione. Ancora una volta, come dice giustamente il ministro Speranza, non possiamo contare su un nuovo lockdown generale. Pertanto, l’interruzione della possibile montata epidemica si potrà ottenere con una combinazione di intensificato contact tracing e isolamento dei microcluster identificati attraverso un aumento mirato dei tamponi. Grande attenzione va posta sui trasporti pubblici e privati e ancora una campagna informativa basata sui numeri e su quanto oggettivamente sta accadendo perché tutti comprendano che mascherine, distanziamento, igiene e sanificazione non sono espressioni di una dittatura sociale, ma le fondamentali misure di protezione collettiva. Accanto a ciò è necessario proteggere anziani e fragili in maniera estremamente precisa, dovunque».

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Cosa possiamo fare per limitare i danni?
«Aumentare il personale sul territorio per tracciare tutti i contagiati, isolare chi deve essere isolato, ricostruire la catena epidemiologica. Dobbiamo indagare i cluster più complessi come quelli dalla Sardegna. Io vedrei con favore un’estensione su tutto il Paese di sanzioni per chi non rispetta la regole, dalle mascherine al distanziamento. La norma senza sanzione non funziona molto».

Qual è la formula della prevenzione oggi?
«Non parliamo di chiudere una regione o una città. Non siamo a questo livello. Ora come ora si deve intervenire sul singolo cluster, in modo tempestivo, chiudere l’area e creare delle micro-zone rosse per fermare subito il contagio. Il problema delle micro-zone è che vanno controllate e, anche qui, sanzionare chi non le rispetta».

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