Coronavirus: quali sono i sintomi e come prevenire il contagio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-26

I sintomi somigliano a quelli dell’influenza e delle sindromi parainfluenzali che circolano in questa stagione. A prima vista il virus non sembra essere contagioso come altri: la capacità di propagarsi nella popolazione sana è 1,5-2,5

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Non ci sono farmaci antivirali specifici contro il Coronavirus identificato come 2019-nCoV, ma per ora i pazienti vengono trattati come per le infezioni gravi da virus non noto. Ma ad oggi il Coronavirus si può trasmettere anche da chi è senza sintomi, secondo quanto ha fatto sapere ieri Lancet.

Coronavirus: come prevenire il contagio

In un’infografica pubblicata oggi dal Messaggero si illustrano i metodi per prevenire il contagio: lavarsi le mani con il sapone per almeno 40 secondi, tossire e starniture coprendosi la bocca con il fazzoletto e non con le mani, mangiare carne cotta ed evitare il contatto nelle aree a rischio e indossare una mascherina per coprirsi il voto. In ogni caso, come spiega oggi il Corriere della Sera, a prima vista il virus non sembra essere contagioso come altri: la capacità di propagarsi nella popolazione sana è 1,5-2,5.

In termini tecnici si chiama «numero di riproduzione di base»: indica il numero di casi secondari che ogni singolo caso produrrebbe. Significa che una persona con i sintomi può infettare, statisticamente, un’altra persona e mezzo. Più o meno come l’influenza classica, il cui «numero di riproduzione di base» oscilla tra 1,5 e 2. Non è un valore particolarmente alto se pensiamo che il morbillo ha un tasso che varia tra 7 e 29. Molto però c ’è ancora da scoprire sulle capacità di questo agente infettivo anche a livello di letalità. Gli studi di valutazione sulla Sars, la molto simile sindrome respiratoria acuta che è stata causa di epidemia tra il 2002 e il 2003, sono stati completati dopo due anni».

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Coronavirus 2019-nCoV: come prevenire il contagio (Il Messaggero, 26 gennaio 2020)

Il Corriere precisa anche che i sintomi somigliano a quelli dell’influenza e delle sindromi parainfluenzali che circolano in questa stagione.

Ecco perché non è difficile che si creino falsi allarmi prima che le analisi di laboratorio consentano di arrivare a una diagnosi certa. Febbre, tosse, difficoltà respiratorie, nei casi gravi bronchite e polmonite sono le caratteristiche dell’infezione da nuovo coronavirus. Però per sospettarla è necessario provenire dalla zona epidemica o aver avuto contatti con chi ne proviene.

Negli Usa intanto è stato confermato il terzo caso di contagio da coronavirus: è stato individuato in California, nell’Orange County (fra Los Angeles e San Diego). Si tratta di una persona arrivata da Wuhan nei giorni scorsi, scrive il sito della Cnn. Adesso è in buone condizioni e ricoverato in isolamento. Gli altri due casi negli Stati Uniti erano stati individuati nello stato di Washington e in Illinois. Sono per il momento 45 i contagiati dal coronavirus di Wuhan al di fuori della Cina continentale. In occidente si registrano per ora 3 casi in Francia e altrettanti negli Usa. Due casi sospetti anche in Spagna e Austria. Hong Kong: 5 casi Macao: 5 casi Thailandia: 5 casi Australia: 4 casi Malaysia: 4 casi Singapore: 4 casi Francia: 3 casi Giappone: 3 casi Corea del Sud: 3 casi Taiwan: 3 casi Ussa: 3 casi Vietnam: 2 casi Nepal: 1 caso.

Coronavirus: domande e risposte

Il professor Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano, conferma che  che alcuni casi possano non presentare sintomi eclatanti: «Non c’è da stupirsi particolarmente però, perché per molte infezioni la risposta individuale è variabile. Ad esempio per la Mers, sempre provocata da un coronavirus, ma anche per alcuni virus aviari dell’influenza, i colpiti in modo evidente sono persone con condizioni di salute già compromesse a priori». Ma l’infettivologo spiega a Repubblica che 2019-nCov non  sembra avere la stessa letalità della Sars, circa il 10%, anche se è un po’ presto per dirlo: «I decessi sembrano essere sotto il 3% dei contagiati, anche se è chiaro che di questi ultimi non abbiamo un quadro completo: certamente ci sono persone colpite che non hanno avuto una diagnosi. Ma l’elemento fondamentale per essere ottimisti è che abbiamo saputo del passaggio di questo virus dall’animale all’uomo molto presto. Ciò ha permesso di prendere velocemente provvedimenti per contenere il problema, cosa non avvenuta in passato in situazioni simili»

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Coronavirus: i sintomi (La Repubblica, 26 gennaio 2020)

Intanto a Vienna c’è il primo caso sospetto di infezione. Secondo quanto riferisce il quotidiano ‘Kronen Zeitung’ sul proprio sito si tratterebbe di una assistente di volo cinese che è arrivato a Vienna il 24 gennaio scorso e che nei giorni precedenti probabilmente è stato a Wuhan. Attualmente la paziente, che è stata ricoverata sabato sera, si trova in isolamento nell’ospedale Kaiser Franz Josef. “Non possiamo escludere che questa donna sia infettata dal virus“, ha sottolineato il direttore medico della Vienna Hospital Association, Michael Binder, in un comunicato stampa.

Leggi anche: 2019-nCov: il Coronavirus in Europa

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