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La vittoria di Corbyn in tribunale

neXtQuotidiano 08/08/2016

Gli iscritti al Labour meno di sei mesi prima del 12 luglio potranno votare alle primarie. Nonostante il partito avesse tentato di impedirglielo. Per frenare l’ascesa del candidato. Che intanto presenta un piano di investimenti pubblici

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Una vittoria della democrazia. Cinque nuovi iscritti al Partito Laburista britannico hanno oggi ottenuto da un tribunale il diritto di votare alle prossime primarie, ribaltando così la furbissima decisione del Comitato esecutivo nazionale del partito che aveva stabilito che avevano preso la tessera del Labour meno di sei mesi prima del 12 luglio non avevano il diritto di votare nella sfida tra Jeremy Corbyn e Owen Smith. La decisione era stata una di quelle tipiche furbizie da nomenklatura in grave crisi (di democrazia): era stata presa di straforo, quando alcuni dei membri del comitato si erano dovuti assentare, e serviva a mettere i bastoni tra le ruote all’odiatissimo Corbyn.

Labour, la sentenza che sorride a Corbyn

L’Alta corte ha invece stabilito che la decisione del comitato equivale a una rottura di contratto, con una sentenza che aumenta la base elettorale di un quarto e che viene interpretata come una vittoria del veterano socialista Corbyn, già ampiamente favorito dai bookmaker. La società di scommesse William Hill ha immediatamente ridotto le quote sulle vittoria di Corbyn da 1 a 10 a 1 16. “Era già una sfida ineguale, ma la sentenza è una campana a morto per le speranze di Smith” ha detto la portavoce di William Hill Graeme Sharpe. Il partito laburista è in profonda crisi, con Corbyn amato dalla base, ma sfiduciato da una crescente maggioranza di deputati, che teme che una terza sconfitta alle politiche sia inevitabile con lui. Un sondaggio YouGov di 1.772 adulti condotto tra l’1 e il 2 agosto dà al partito conservatore della premier Theresa May un sostegno al 42%, al labour il 28,5, agli euroscettici dell’UKIP il 12% e ai liberademocratici l’otto per cento. Il partito può appellarsi contro la sentenza (e molti del comitato hanno già annunciato che lo faranno), ma il manager della campagna di Corbyn, il cancelliere dello scacchiere ombra John McDonnell, ha chiesto di evitarlo, definendo l’eventualità “atroce”. Smith, poco noto anche a Westminster prima della sua candidatura ha chiesto di far slittare i tempi del voto dopo al sentenza. Le schede elettorali saranno inviate agli iscritti il 22 agosto e il vincitore verrà annunciato il 24 settembre.
blair corbyn

Il piano di investimenti pubblici di Jeremy

In ogni caso circa un quarto degli iscritti alle votazioni delle primarie del Labour britannico sarà sottoposto a scrutinio da parte di una commissione interna del partito, dopo che le posizioni di 40mila dei 183mila simpatizzanti laburisti che hanno pagato la quota di 25 sterline per avere diritto al voto sono state definite ‘sospette’ dai blairiani. Si va da chi in precedenza aveva sostenuto un altro partito a chi non e’ iscritto nei registri elettorali: tutte persone che potrebbero presto essere escluse comunque dal voto delle primarie. Intanto nei giorni scorsi il leader laburista, impegnato nell’offrire ai britannici una alternativa all’attuale governo conservatore e allo stesso tempo lanciare la sua piattaforma in vista delle elezioni interne per restare alla guida del partito nella sfida che vede come unico contendente il deputato Smith, ha annunciato un ambizioso piano per gli investimenti pubblici da 500 miliardi di sterline (600 miliardi di euro) per “rimettere in piedi il Regno Unito”. Nei 10 punti del suo progetto politico, Corbyn scommette sulla visione “inclusiva” dell’economia e della società contro i Tories al potere che avrebbero impoverito la fascia più debole della popolazione e creato un livello di diseguaglianza “grottesco”. E quindi gli investimenti pubblici devono andare prima di tutto per combattere la ‘piaga’ della scarsità di alloggi, che colpisce ormai milioni di cittadini, non più in grado di acquistare la prima casa. Promette inoltre un potenziamento delle infrastrutture per la banda larga, dei trasporti e dell’industria all’insegna dell”’energia pulita”. Aumenteranno inoltre gli interventi dello Stato, con nazionalizzazioni delle compagnie ferroviarie e una maggiore pressione fiscale sui ceti più ricchi.

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