Un convoglio di viveri è partito per aiutare Andrea Cisternino e gli animali del suo rifugio in Ucraina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-26

Un convoglio di medicine e viveri è partito da Verona direzione Kyiv per soccorrere Andrea Cisternino, l’italiano rimasto in Ucraina per non abbandonare gli animali del suo rifugio

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Anna Raimondi, membro dell’associazione Unitiperloro, di cui fa parte anche Andrea Cisternino, il 63enne lombardo bloccato nel suo rifugio per animali a Nord di Kyiv, ha annunciato che “un convoglio carico di viveri umani e animali, medicine e altri beni” organizzato interamente da ENPA sede centrale è partito da Verona per venire in soccorso del volontario. “L’arrivo del convoglio – precisa Raimondi – non ha una data precisa  poiché il tempo del  viaggio sino a Kyiv è determinato dalle fermate per i controlli”. “Ringraziamo di vero cuore la Presidente Carla Rocchi nonché il Direttore Michele Gualano per l’impegno e il cuore che hanno messo in questa impresa – prosegue la donna – e uniamoci tutti per mandare tanta energia positiva affinché tutto si svolga nel migliore dei modi”. Ulteriori aggiornamenti sull’esito positivo della missione verranno forniti soltanto quando Cisternino confermerà l’arrivo degli aiuti. “Da questo momento in poi comincia l’attesa, siamo tutti con te Andrea”, conclude Raimondi.

Un convoglio di viveri è partito per aiutare Andrea Cisternino e gli animali del suo rifugio in Ucraina

Contattata dall’Agenzia Ansa lo scorso 21 marzo, la moglie del volontario ex fotografo di moda aveva spiegato di essere riuscita a fuggire e mettersi in salvo mentre suo marito aveva deciso di non abbandonare il rifugio per non lasciare soli quegli animali per cui avrebbe dato la vita. Nell’ultima telefonata con la moglie, il 63enne milanese le aveva raccontato lo stato della situazione: quel rifugio si trova a pochi chilometri di Kyiv e fa parte di quei territori attorno alla capitale ucraina occupati dai militari russi inviati dal Cremlino. Le scorte di acqua e cibo erano quasi esaurite, per questo si è reso necessario inviare con urgenza un convoglio di aiuti, nella speranza che non venga intercettato dall’esercito russo – che in più casi ha sequestrato mezzi disposti per corridoi umanitari – e che raggiunga la destinazione nel minor tempo possibile.

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