Tutti si sentono indiani a casa loro: la confusione del sovranista italiano

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-04-08

Il pittoresco manifesto che vedete non è opera della “nostra” Lega ma della Lega dei Ticinesi. Con questo tipo di propaganda il primo partito del Canton Ticino ha condotto la campagna elettorale cantonale sfociata nel voto di ieri. Per la cronaca ha registrato un leggero calo che non avrà ripercussioni sostanziali. Per i sovranissimi leghisti …

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Il pittoresco manifesto che vedete non è opera della “nostra” Lega ma della Lega dei Ticinesi. Con questo tipo di propaganda il primo partito del Canton Ticino ha condotto la campagna elettorale cantonale sfociata nel voto di ieri. Per la cronaca ha registrato un leggero calo che non avrà ripercussioni sostanziali. Per i sovranissimi leghisti ticinesi quelli che mettono a rischio la loro identità, che invadono il loro territorio, che rubano il lavoro ai residenti, siamo noi italiani, più precisamente i lavoratori frontalieri lombardi. Sovranisti nostrani e ticinesi, pur avendo le stesse idee e usando gli stessi rozzi slogan, vengono quindi a trovarsi in disaccordo rivelando tutte le contraddizioni della loro visione del mondo. Infatti, se fosse vero che i lavoratori stranieri rubano il lavoro degli indigeni e li impoveriscono, noi italiani per coerenza dovremmo rinunciare ad andare a lavorare nel Canton Ticino. Se in Italia vengono prima gli italiani, perché non accettare serenamente che in Svizzera vengano prima gli svizzeri? Senza approfondire la questione piuttosto complessa e specifica dei frontalieri, si può partire da questa per una riflessione più generale sulle incongruenze, contraddizioni e illogicità che caratterizzano il pensiero sovranista, specie quello con il marchio Made in Italy.

lega dei ticinesi padroni a casa nostra indiani 1

RICOLLOCAMENTI. Il sovranista italiano vorrebbe il ricollocamento obbligatorio degli immigrati in altri paesi. Benissimo, purtroppo per ottenere questo risultato bisognerebbe che gli altri stati rinunciassero a un po’ della propria sovranità per venirci incontro. Costruire un’alleanza sovranista (leggi paesi del gruppo di Visegrad) sperando che questi accettino di ridurre la loro sovranità in tema di immigrazione, è un’idea abbastanza singolare. Sarebbe un po’ come proporre una tassa sul petrolio per incentivare le energie rinnovabili a un congresso di petrolieri. Inoltre il sovranista italiano non sa che dati i flussi del 2018 (immigrazione via mare), Spagna e Grecia avrebbero molti più diritti a ricollocare immigrati in Italia che non il contrario.

AIUTIAMOLI A CASA LORO. Il sovranista italiano vuole aiutare gli immigrati a casa loro, però poi grida allo scandalo se si tolgono i dazi a qualche tonnellata di olio tunisino per aiutare quel paese, negando, tra l’altro, dei vantaggi al consumatore italiano.

SOLIDARIETÀ EUROPEA. Il sovranista italiano vuole più libertà dagli odiosi vincoli europei nei giorni pari, salvo poi lamentarsi nei giorni dispari della scarsa solidarietà europea. Quando il sovranista italiano usa l’espressione “Europa solidale”, sta in sostanza chiedendo soldi agli altri stati. Si tratti di salario minimo europeo, di welfare comune, di piani d’investimenti straordinari, di fantasiosi meccanismi di condivisione del rischio del debito, alla fine la sostanza è sempre che si sta chiedendo ai cittadini degli altri stati di pagare quello che l’Italia non può permettersi. Vi faccio un semplice esempio: supponiamo che si crei un grande fondo europeo per un welfare minimo comune per contrastare la povertà, secondo voi quel fondo andrà nelle tasche dei tedeschi, dei francesi o dei danesi che un welfare funzionante ce l’hanno già? Voi fareste un reddito di cittadinanza Italo-venezuelano? O avreste il fondato timore che tutti i soldi dei contribuenti italiani vadano ai venezuelani? Se poi uno avanza queste richieste rivendicando nello stesso tempo più indipendenza e libertà di massacrare i propri conti pubblici, capite bene che si fa presto a essere considerati dei cialtroni da tutti gli altri partner.

LIBERTÀ. Il sovranista italiano ama la libertà e la democrazia più di ogni altra cosa e poi si mette in cameretta la fotografia di Putin e odia la Francia.

COMMERCIO INTERNAZIONALE. Il sovranista italiano è convinto che ci sia un complotto mondiale per boicottare i suoi prodotti, che sarebbero sempre e comunque delle eccellenze mondiali. Allo stesso tempo, però, rifiuta i trattati commerciali (vedi TTIP e CETA) perché ha paura di essere invaso da prodotti e servizi esteri. Non si capisce bene perché un paese che è il migliore nel produrre eccellenze in ogni campo, dovrebbe avere paura a eliminare le barriere commerciali. Nel meraviglioso universo parallelo del sovranista italiano tutto il mondo dovrebbe tutelare e accettare i prodotti italici senza condizioni di reciprocità. I dazi (che grazie a Dio non possiamo imporre in quanto materia di competenza UE) sarebbero buoni in quanto tutelano i produttori interni, ma diventerebbero cattivi se messi da altri stati. Sui dazi la confusione del sovranista italico fa quasi tenerezza: prima festeggia i dazi americani (che avrebbero dovuto spezzare le reni alla cattiva Germania che ci fa concorrenza sleale), poi chiede sottobanco di esserne esentata, infine lamenta che la recessione è stata provocata dalle guerre commerciali che proprio il sovranissimo Trump ha iniziato. Il sovranista italiano applaude il km zero per poi festeggiare l’esportazione di arance in aereo in Cina. Evidentemente il km zero utile è solo quello italiano, quello che fanno all’estero è sleale. Il nostro eroe non riesce a capire che i vantaggi del commercio internazionale originano da ben altri meccanismi che il semplice raggiungimento di un surplus commerciale. Se non fosse così il commercio internazionale non esisterebbe, infatti non potendo commerciare con i marziani è impossibile che tutti gli stati facciano registrare un surplus. Chi glielo spiega al sovranista italiano che gli USA sono lo stato più ricco del mondo nonostante un deficit commerciale gigantesco? Spoiler: il sovranissimo Trump in ogni caso è riuscito a peggiorarlo nonostante avesse promesso di migliorarlo con un mix di dazi e politica espansiva. Sapete perché è successo? Perché Trump è un sovranista e non capisce una cippa di economia.

PRIMA GLI ECC. ECC. I sovranisti (italiani e non italiani) non capiscono che gli stati al mondo sono moltissimi. Non si può essere tutti “primi”, nelle questioni internazionali si cercano sempre dei compromessi. Quando tutti scalciano per arrivare primi poi qualcuno inciampa, qualcuno s’incazza, qualcun altro si vendica, fino a che arriva quello che rovescia il tavolo e mette mano alla pistola.

POLITICA MONETARIA. Il sovranista italiano vuole la moneta sovrana perché crede che la ricchezza si crei stampando banconote e svalutando per avere un vantaggio competitivo nelle esportazioni. Non solo non comprende i meccanismi abbastanza elementari che rendono questa ipotesi molto peregrina, ma non riesce neanche a comprendere che quasi tutti gli stati al di fuori dell’eurozona una moneta sovrana ce l’hanno, eppure non seguono questa semplice strategia. Saranno tutti scemi? Perché non assistiamo a una gara mondiale tra stati a chi stampa più moneta e svaluta di più? Gara che, tra l’altro, sarebbe abbastanza ridicola e singolare perché se tutte le monete svalutassero insieme, i cambi (che esprimono valori relativi) rimarrebbero inalterati. Al sovranista italiano sfugge il semplice fatto che la ricchezza nel lungo periodo si crea solo con l’aumento della produttività, non certo con trucchetti monetari che se funzionassero tutti gli stati del pianeta sarebbero in grado di replicare con irrisoria facilità.

RAPPORTI INTERNAZIONALE. Poiché l’Italia vede sempre più diminuire il proprio peso internazionale, il sovranista italiano è convinto che riacquistando la sua libertà da enti o organizzazioni sovranazionali (UE, NATO, ONU, ecc.) potrà contare di più (e magari risparmiare fastidiose “quote associative”) menando per il naso le superpotenze economiche con abili giochi di alleanze a seconda della convenienza del momento. Un po’ come pensare che sia meglio essere capitano di una barca a remi che un ufficiale di una portaerei. Qualche inguaribile romantico penserà che la cosa possa avere un certo fascino, peccato che i mari siano sempre più pieni di portaerei. Non so voi, ma se si creano tensioni tra una barca a remi e una portaerei, io preferirei essere a bordo della seconda.

CULTURA. Il sovranista italiano teme che la sua identità e la sua cultura vengano inquinate o messe a rischio dalla globalizzazione, poi però si vanta che la Ferrari, la Pizza e il suo caffè siano conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Evidentemente la cultura degli altri è sacrificabile.

Concludendo il sovranista italiano è irrazionale, contraddittorio e non riesce a vedere un centimetro oltre il suo naso. Ha un approccio psicologico simile a quello di un bambino piccolo: tutto è suo, le sue azioni non hanno mai conseguenze e gli altri non hanno nessun diritto alla reciprocità. Inoltre trova perfettamente logico sostenere una cosa e il suo contrario a seconda delle convenienze. Alla fine l’unica cosa indiscutibilmente sovrana è la confusione che regna nella sua testa.

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