I conti in rosso dei partiti italiani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-17

I conti 2016 delle sei principali formazioni parlamentari italiane sono andati in archivio con un passivo di 13 milioni, portando a 200 milioni il buco della politica nazionale negli ultimi sette anni

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I conti 2016 delle sei principali formazioni parlamentari italiane sono andati in archivio con un passivo di 13 milioni, portando a 200 milioni il buco della politica nazionale negli ultimi sette anni. I rimborsi elettorali – ovvero i contributi a carico dei contribuenti – sono scesi dai 290 milioni del 2010 ai 7 del 2016. E ora che sono azzerati, la strada per far quadrare i bilanci è ancora più in salita. Un’infografica di Repubblica a corredo di un articolo di Ettore Livini ci spiega che nel 2016 il Partito Democratico, il cui bilancio è in rosso di 9 milioni, ha ricevuto tre milioni e 445mila euro di contributi di Stato, 6,4 milioni di euro dal 2 per mille e 8,1 milioni dalle erogazioni individuali; Forza Italia ha invece ha ricevuto 1,7 milioni di euro di contributi di Stato e 767 mila euro dal due per mille, mentre le erogazioni individuali sono arrivate a 1,5 milioni di euro: anche il partito di Berlusconi ha un rosso di 1,45 milioni di euro.

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I soldi ai partiti politici nel 2016 (La Repubblica, 17 luglio 2017)

Ma il partito di Berlusconi ha un’esposizione di 100 milioni (91 li deve proprio a Silvio) e lo scorso anno ha subito diversi pignoramenti. I costi sono stati tagliati del 30% grazie a una procedura di licenziamento collettiva per 69 persone e al cambio di sede. E non è bastato. Berlusconi ha dovuto garantire in pegno 3 milioni in titoli per ottenere un prestito e non chiudere baracca. Meno marcato lo sbilancio di Lega e SEL (il partito di Salvini intasca anche 1,4 milioni di euro dal 2 per mille: nei contributi supera Forza Italia e arriva secondo dopo il PD) mentre Fratelli d’Italia e NCD hanno i conti in attivo. Spiega Livini:

La svolta “sovranista” del Carroccio ha frenato l’entusiasmo dei militanti padani: i contributi da manifestazioni sono crollati da 1,6 milioni a 20 mila euro, il tesseramento ha reso 8 mila euro contro le 880 mila del 2015. E il buon risultato del 2 per mille, con gli incassi saliti da 1,1 a 1,4 milioni, non è bastato a colmare questi vuoti. Le entrate fiscali testimoniano la diversificazione geografica della base della Lega: 58 mila euro arrivano dalla Lombardia, 28 mila dal Veneto ma 3.249 euro sono arrivati dal Lazio e 1.032 dalla Sicilia. In Lucania, invece, sono stati raccolti solo 64 euro.

E i 5 Stelle?

Il Movimento 5 Stelle non ha mai ricevuto rimborsi elettorali e non pubblica alcun bilancio che certifichi entrate e uscite. I pentastellati calcolano in 42 milioni i finanziamenti pubblici cui avrebbero rinunciato e grazie alla scelta di devolvere metà dello stipendio e diaria non rendicontata hanno messo a disposizione del microcredito perle piccole imprese 20 milioni di euro e versato nel fondo di ammortamento del debito pubblico 1,6 milioni.
Per il resto bisogna fidarsi della parola di Beppe Grillo e di Davide Casaleggio e di pochi scarnissimi documenti depositati. L’associazione Rousseau ha gestito nel corso del 2016 donazioni per 405 mila euro. L’Associazione Movimento 5 Stelle – gestita dall’ex-comico con il nipote e il commercialista di famiglia – è una scatola vuota. Zero dipendenti, una sola donazione da 500 euro e attività limitata per ora alla contabilità propria, chiusa con un passivo di 5 mila euro.

Leggi sull’argomento: Il rosso di 9 milioni nel bilancio del PD

 

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