Conte si ritira se non trova un accordo con Grillo?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-24

Giuseppe Conte pronto a un passo indietro se tra lui e Beppe Grillo non c’è intesa? Perché tra il “capo politico in pectore” del M5S e l’Elevato c’è maretta

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Ieri Giuseppe Conte, incontrando i senatori del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama ha affermato “Troveremo una sintesi”, per rassicurarli sulla imminente soluzione della querelle col garante e fondatore del Movimento, Beppe Grillo. Ma cosa succede se invece tra i due non c’è accordo?

Conte si ritira se non trova un accordo con Grillo?

“Il M5S è realtà complessa, Conte sta portando avanti un processo su incarico di Grillo, oggi c’è un confronto costruttivo, al di là dei retroscena che sto leggendo, meglio prenderci qualche giorno in più” ha detto ieri il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di Live Discovery, sul Nove. “Sono contento – ha aggiunto – che la parola leader è stata sdoganata, non fa più venire l’orticaria”. “Credo” che tra Grillo e Conte “alla fine si troverà un accordo”, assicura, in un riferimento ad un possibile incontro oggi tra il fondatore del M5S e l’ex premier. Tutti si dicono sicuri di una soluzione. Ma se non ci fosse? Il Fatto riporta le parole con cui Giuseppe Conte ha spiegato di essere pronto a un passo indietro:

“Il mio progetto è qui –ha spiegato a Palazzo Madama – non ci penso proprio a fare altro: ma io sono venuto per cambiare e il garante deve essere convinto, altrimenti faccio un passo indietro”. E cambiamento significa, nello specifico, rivedere il rapporto tra capo politico e garante, ovvero tra lui e Grillo. Una convivenza “senza accavallamenti”, ha spiegato, “altrimenti non potrei accettare”. Torna a ventilare il passo indietro, l’ex premier, per chiarire a tutti qual è la posta in gioco. “È necessaria una separazione delle filiere –è il senso del suo ragionamento – Al capo politico spetta la titolarità della linea politica, il garante sarà invece il custode dei valori”

Le divergenze tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo hanno il loro focus nella stesura del nuovo statuto, che toglierebbe potere al “Garante” del Movimento 5 Stelle. Chi è vicino al fondatore del Movimento continua a descriverlo amareggiato e deluso: ad accendere la miccia della sua rabbia la mancata presenza dell’ex premier all’ambasciata cinese, dove Grillo è arrivato da solo. Dunque le recriminazioni sullo statuto, che continua a non convincerlo: fonti parlamentari raccontano di un garante che continua ad “alzare la posta, una richiesta dopo l’altra”, le ultime proprio nella giornata odierna. “Grillo ha sempre detto che il Movimento è biodegradabile – rimarcano le stesse fonti – se il braccio di ferro con Conte non rientra, magari è arrivato il momento…”. Sulla rifondazione targata Conte, inoltre, si addensano le nubi dei ricorsi legali. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, molti iscritti pentastellati, delusi per il divorzio tra il Movimento e Davide Casaleggio, sarebbero pronti alle carte bollate per chiedere che la votazione sul neo-statuto del M5S si celebri sulla piattaforma Rousseau e non sul nuovo portale telematico. Lo stesso Casaleggio, in una intervista rilasciata giorni fa al Tg4, ha ipotizzato uno scenario di questo tipo: “Il problema che vedo sulla votazione imminente – ha spiegato il patron di Rousseau – è quello della legittimità. Lo statuto del Movimento prevede che le votazioni vengano fatte e verificate da Rousseau. Quindi potrebbero esserci diversi ricorsi…”. Conte ha smentito che ci sia maretta con l’Elevato. Oggi sapremo la verità?

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