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Con chi ce l’ha Mahmood quando parla di politici che litigano e di Green Pass?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-09

Il cantante ha deciso di rimandare al 2022 le tappe del suo tour che doveva partire a novembre

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La musica è ancora ferma. Da quando è stata riaperta la possibilità di accedere agli eventi (come concerti) utilizzando il Green Pass, pochissimi “attori” della scena musicale italiana sono riusciti effettivamente a riprendere la loro attività live. E a peggiorare la situazione ci pensa la politica. Anzi, i politici che – per un pugno di voti – fanno ostruzionismo sull’utilizzo più esteso di uno strumento – come la certificazione verde – che potrebbe restituire ossigeno a tutto il settore. Ed è questo quel che denuncia Mahmood sui suoi canali social, annunciando il rinvio al 2022 del suo tour che doveva iniziare il prossimo novembre.

Mahmood rinvia il suo tour e attacca i politici che litigano sul Green Pass

“A quasi due anni dall’inizio della pandemia, il nostro settore si trova ancora allo stesso punto: siamo fermi (tolte poche, troppo poche, situazioni a capienze ridotte che non permettono ovviamente di sostenere eventi vicini alla vecchia normalità). Oggi mi ritrovo a spostare le date del tour per la terza volta; e come me moltissimi miei colleghi e colleghe saranno obbligati a farlo mentre altri sono già stati costretti”. Ancora una volta, dunque, Mahmood (come già accaduto ad altri cantanti) si è trovato costretto a rimandare i suoi concerti in giro per l’Italia. Eppure uno strumento per procedere in sicurezza ci sarebbe, ma i “dispetti” dei politici stanno bloccando un settore che già ha pagato a caro prezzo le restrizioni precedenti provocate da questa pandemia.

Poi l’appello, visto che la situazione sta diventando insostenibile: “Provo un forte sentimento di abbandono da parte delle istituzioni. Da parte loro, molto spesso, viene chiesto agli artisti di esporsi per la tutela di diritti della persona, per sensibilizzare il nostro pubblico verso temi che si dibattono a livello politico. Ora, invece, ci sentiamo soli, non considerati da uno Stato la cui maggior parte dei rappresentanti pensa solo a litigare sui social e a creare continuamente fazioni avverse tra le persone. Adesso è arrivato il momento di ascoltarci. È davvero giunto il turno dei nostri diritti, quelli degli artisti, degli addetti ai lavori e quelli del pubblico: abbiamo il diritto di tornare a fare il nostro mestiere e chi ci segue ha il diritto di tornare a riempire la propria vita di arte, cultura e intrattenimento. Abbiamo il diritto di tornare a vivere e riappropriarci delle nostre passioni. Abbiamo il diritto di essere ascoltati”.

“Voti, voti, voti”. Clap Clap

Litigi evidenziati dallo stesso Mahmood nelle sue Instagram Stories: “Ciò che differenzia questo spostamento dai precedenti è che, oggi, abbiamo a disposizione degli strumenti che permetterebbero di poter fare i concerti in sicurezza: i Green pass. Guardo fuori dall’Italia e vedo che si può fare, evidentemente quando ci sono la volontà e l’attenzione verso un settore, le soluzioni si trovano”. A chi farà si riferisce il cantante, già vincitore del Festival di Sanremo nel 2019? Leggendo le “cronache” politiche degli ultimi giorni appare evidente come una forte sponda alla confusione e ai battibecchi arrivi dalla destra, con Lega e Fratelli d’Italia che vanno a braccetto in questa dinamica che ha poco di “sanitario” e molti di politico. Perché c’è chi pensa solo ai “Voti, voti, voti”. Clap clap.

(Foto IPP/Gioia Botteghi)

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