Per il Comune di Udine l’unica famiglia è quella “fondata sul matrimonio”, e gli attivisti insorgono

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-25

Il consiglio comunale di Udine si ritroverà per approvare una modifica allo statuto in cui si parla di famiglia “fondata sul matrimonio” come l’unica a cui riconoscere “strumenti idonei ad agevolarne la tutela giuridica e sociale”.

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Il prossimo lunedì 29 novembre il consiglio comunale di Udine si riunirà per discutere ed approvare una modifica allo statuto, in cui si parla di famiglia “fondata sul matrimonio” l’unica a cui riconoscere “strumenti idonei ad agevolarne la tutela giuridica e sociale”.

Una scelta, quella di inserire la definizione di famiglia limitata al vincolo del matrimonio, che ha scatenato non poche polemiche tra le fila dell’opposizione e dell’associazionismo cittadino. A difendere la modifica c’è ovviamente la maggioranza, capeggiata dal sindaco Pietro Fontanini, della Lega. “Il nuovo testo – aveva detto in aula il consigliere della Lega, Enrico Andreucci Florio – non comporterà riflessi effettivi nella comunità in quanto non verranno mai negati i diritti già garantiti per legge”. A fargli eco l’assessore ai Servizi demografici, Alessandro Ciani, secondo cui “si prende atto che viene qualcosa prima di noi, ovvero la famiglia intesa come società naturale fondata sul matrimonio”, tesi sposata anche dal consigliere di Forza Italia, Giovanni Govetto, soddisfatto che in questo modo “questa amministrazione vuole rimarcare la sua idea di famiglia”.

Dall’opposizione, però, il consigliere dem Carlo Giacomello fa notare: “E allora i nuclei monogenitoriali, quelli formati da fratelli e sorelle, o quelli composti da due persone non unite in matrimonio non sono famiglia?”. Un discorso semplificativo, quello della maggioranza, che ha generato anche la risposta della società civile di Udine e dell’associazionismo, a cominciare da Luca Vida, presidente di Arcigay Friuli. “La società civile – ha commentato su Facebook – è, da sempre e al giorno d’oggi più che mai, rappresentata da formazioni familiari eterogenee, anche non fondate sul matrimonio: coppie conviventi (anche eterosessuali), famiglie con un genitore solo, famiglie omogenitoriali, nuclei di persone che decidono di vivere assieme assistendosi reciprocamente. Tutte queste formazioni sociali possono paradossalmente rientrare nello stato di famiglia presso l’anagrafe comunale. Sorge spontanea, dunque, una riflessione. Quali tutele vuole garantire questa amministrazione alle famiglie di fatto visto che esulano dall’idea di famiglia di questa amministrazione comunale? Personalmente ci viene difficile pensare che non vi siano motivazioni discriminatorie”.

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