Come il governo potrebbe sciogliere Forza Nuova “per decreto”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-12

Non solo mozioni parlamentari, ma anche strategie che potrebbero portare Palazzo Chigi a una decisione direttamente in Consiglio dei Ministri

article-post

Non solo mozioni. Il percorso che dovrebbe/potrebbe portare alla scioglimento di Forza Nuova (e di tutti i movimenti dichiaratamente neofascisti come Casapound e Lealtà Azione) è sul tavolo di Palazzo Chigi. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, infatti, ha dato il via a un’istruttoria con i giuristi per valutare la possibilità di procedere direttamente con un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri per porre fine all’esistenza di questi “partiti” di stampo fascista e, dunque, anti-costituzionali.

Forza Nuova, l’ipotesi dello scioglimento “per decreto” del governo

Come riporta il quotidiano La Repubblica, le strade che potrebbero essere percorse sono due. La prima riguarda la “sentenza”: si potrebbe procedere con lo scioglimento di Forza Nuova facendo leva diretta su un pronunciamento della magistratura che etichetti il movimento di estrema destra come “tentativo di ricostituzione del partito fascista”. Insomma, servirebbe un processo e una condanna (anche non definitiva) per violazione dei principi costituzionale. Questa strada (che venne percorsa nel 1973 per dissolvere Ordine Nuovo), però, sembra essere troppo lunga da percorrere visto che, per il momento, non vi è stata alcuna sentenza che sia andata in questa direzione.

L’altra ipotesi, quella più plausibile (che è anche alla base delle diverse mozioni presentate dal Pd, da LeU e da Sinistra Italiana alla Camera e al Senato), è lo scioglimento di Forza Nuova attraverso un decreto. Questo sembra essere il percorso che Palazzo Chigi potrebbe intraprendere, utilizzando anche degli storici precedenti che hanno – di fatto – sancito la fine di altri storici movimenti di estrema destra che ammiccavano (alla luce del sole, nonostante la Costituzione) all’universo fascista. In questo caso, però, si dovrebbe trovare una sintesi all’interno del Consiglio dei Ministri, facendo riferimento a due leggi vigenti: quella Scelba e quella Mancino. Nel primo caso si punterebbe tutto su due concetti scritti a ferro e fuoco all’interno della normativa datata 1952: “finalità antidemocratiche” di Forza Nuova e “violenza come metodo di lotta politica”. Perché queste due “modalità di azione” vengono indicate come “tentativo di ricostituzione del partito fascista”. Stesso discorso vale per la legge del 1993, firmata dall’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino, in cui si fa riferimento anche alla dialettica utilizzata nelle comunicazioni da parte dei movimenti di stampo fascista.

Ma qui potrebbero entrare in gioco le resistenze di alcuni partiti. Matteo Salvini, infatti, ha già detto che la politica non può sciogliere i partiti (cosa non vera, come abbiamo spiegato in precedenza citando Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale). Quindi Mario Draghi dovrebbe riuscire a trovare una sintesi interna affinché ci sia una storica posizione univoca all’interno dell’esecutivo.

Potrebbe interessarti anche