«In politica non servono gli scappati di casa»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-03

Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Finanze a Montecitorio, boccia il taglio degli stipendi dei parlamentari

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Claudio Borghi, presidente della Commissione Finanze a Montecitorio in quota Lega, in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica si dice contrario al taglio degli stipendi dei parlamentari proposto dagli abominevoli Di Maio e Di Battista delle nevi nel loro discorso per l’anno nuovo sullo skipass di cittadinanza. Gli argomenti dell’onorevole Borghi probabilmente faranno anche fischiare le orecchie a qualche grillino:

«È ovvio che se io prendo uno scappato di casa e lo candido, il nostro stipendio può sembrare stellare: per un disoccupato è tantissimo, mi rendo conto. Ma le Camere scrivono le leggi, decidono il destino del Paese: se noi vogliamo le eccellenze dobbiamo pagarle. E poi c’è un’altra questione».

Quale?
«Bisognerebbe candidare cittadini non affamati perché più si ha fame più si rischia di restare vittima di offerte improprie: pre o post ruolo che si ricopre. Quel che interessa alla gente è avere parlamentari che lavorano nel loro interesse, non quanto guadagnano».

Ma se siete così contrari perché il M5S ha rilanciato?
«È un loro vecchio cavallo di battaglia, probabilmente una parte dell’elettorato grillino pensa sia una cosa utile, nel solco dai privilegi da abbattere. Senza rendersi conto che le indennità parlamentari sono sì un costo, ma della democrazia».

di battista congo

Quindi per la Lega l’argomento resta tabù?
«So di farmi nemici tanti colleghi ma secondo me sarebbe giusto introdurre l’obbligo per deputati e senatori di svolgere la funzione in via esclusiva: non si può fare in contemporanea l’imprenditore o l’avvocato. Il nostro è un lavoro assorbente».

E della riduzione del numero dei parlamentari, che il M5S vorrebbe introdurre con riforma costituzionale, cosa ne pensa?
«A parte che, come si sa, le riforme costituzionali non portano bene, se devo essere sincero non sono particolarmente favorevole neppure a questa proposta».

Motivo?
«I parlamentari rappresentano i territori, più istanze arrivano in aula più il popolo si sentirà ascoltato e garantito. Perciò eviterei di fare minestroni che potrebbero risultare indigesti».

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