Il flagello della cimice asiatica

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Per Coldiretti fino ad oggi i danni ammonterebbero a 250 milioni. Ma si tratta di una stima provvisoria, che non tiene conto delle ricadute negative sull’industria

La cimice asiatica sta divorando la frutta italiana. L’Halyomorpha halys, arrivata dall’Asia orientale, si nutre delle nostre specie di frutta e deposita almeno 300 uova due volte l’anno. Spiega oggi La Stampa che in questi giorni in Emilia Romagna è iniziata la raccolta di due varietà di pere precoci con danni in media tra il 20 e il 60% della produzione.  Ad altri è andata peggio: «Due giorni fa ho incontrato un produttore in lacrime, ha perso tutto. Non ci sono assicurazioni contro questi danni». Dal Veneto arriva l’eco del grido d’allarme di Fausto Bertaiola: «Impressionante, non sappiamo come difenderci. Le reti hanno fermato gli adulti, ma le femmine hanno depositato le uova e i piccoli sono riusciti a passare tra le maglie devastando molte coltivazioni».



La Coldiretti parla di un’emergenza nazionale: «Nel solo Veneto i danni alle produzioni di mele, pere, pesche e kiwi hanno raggiunto i 100 milioni, quasi 80 solo nella provincia di Verona. In alcune zone del Friuli Venezia Giulia, è andato perso il 100% del raccolto di pere e mele». In Lombardia, invece, ha attaccato anche la soia e il mais. Non va meglio in Piemonte. Giacomo Ballari, presidente della fondazione Agrion a cui la Regione ha affidato il monitoraggio e il coordinamento della lotta alla cimice, racconta: «L’insetto si sta adattando ad un’alimentazione basata sulle nostre varietà colturali. Adesso siamo preoccupati per le nocciole». Ballari, però, ha raccolto per la prima volta «segnalazioni» dalla Liguria e anche dal Sud.



 

Per Coldiretti fino ad oggi i danni ammonterebbero a 250 milioni. Ma si tratta di una stima provvisoria, che non tiene conto delle ricadute negative sull’industria.



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