Christophe Chalençon: chi è il “leader” dei Gilet Gialli incontrato da Di Maio e Di Battista

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-06

Un passato nella destra estrema, islamofo, oggi è vicino all’ex faccendiere di destra Bernard Tapie

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Christophe Chalençon è il leader dei Gilet Gialli che ieri Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno incontrato all’Hotel de France di Montargis in quel di Parigi. Era in programma un incontro con alcuni rappresentanti della nascente lista RIC, guidata da Ingrid Lavavasseur, senza che però lei fosse presente. Al posto dell’ex socialista dai capelli rossi, che Di Maio dovrebbe incontrare a Roma nelle prossime settimane, c’era proprio Christophe Chalençon, islamofobo di estrema destra, che ieri ha regalato ai media due versioni diverse dell’incontro: «Non parliamo ancora di alleanza, ma certamente di dialogo, siamo praticamente d’accordo su tutto», ha detto all’Ansa subito dopo. Ma un’ora dopo, mentre Di Maio e Di Battista sono in volo convinti di avere in tasca un accordo, ha spiegato a Le Parisien: «Nessuna alleanza, volevamo scoprire questo partito e capire bene il suo posizionamento politico rispetto alla Lega. Siamo felici che corrano separati». Per poi fare un’altra giravolta, al telefono con il leader M5S, che fa sapere: «Chalençon non ha mai detto “niente alleanze”, solo che è prematuro parlare di matrimonio. Sarà, piuttosto, un “concubinato”».

Christophe Chalençon 1

Anais Ginori, inviata di Repubblica a Parigi, racconta che il gilet giallo che vuole dialogare con i 5S è un ammiratore dei Generali, gli unici – secondo lui – in grado di organizzare un «governo di transizione per ascoltare il popolo».

Qualche settimana prima di sognare pubblicamente un golpe, Chalençon aveva immaginato l’arrivo di un “comandante” per guidare l’esecutivo, citando in particolare l’ex capo di stato maggiore Pierre De Villiers, cacciato da Macron un anno e mezzo fa. Inviso all’ala più radicale e “pura” incarnata dal camionista Eric Drouet e dal blogger Maxime Nicolle, che lo vedono come un “traditore”, il gilet giallo del Vaucluse – uno dei feudi di Marine Le Pen – ha subito cercato i riflettori.

Nelle sue riflessioni su Facebook non perde occasione di creare polemiche: ha postato le foto di un maiale da mangiare in porchetta con una dedica speciale «ai musulmani estremisti». Nel 2015 annunciava la militanza nel Front National per rispondere al “flagello silenzioso” della immigrazione.

Titolare di impresa di serramenti che ha fatto affari in Tunisia, 52 anni, padre di tre figli, Chalençon è passato con un altro gruppo di Gilet Gialli, rispondendo al controverso invito dell’ex faccendiere di destra Bernard Tapie per discutere di un lancio in politica. Qualche giorno dopo, insieme all’infermiera normanna Ingrid Levasseur, Chalençon ha annunciato la presentazione di una lista alle europee dal nome Ric, Ralliement d’initiative citoyenne.

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