Politica
Chi sono i deputati M5S che hanno votato no alla risoluzione di maggioranza sul MES
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-12-09
Sono 13 i deputati di M5s che hanno votato “no” alla risoluzione di maggioranza stamani in Aula alla Camera, a cui vanno aggiunti altri 9 deputati che non hanno preso parte al voto
Sono 13 i deputati di M5s che hanno votato “no” alla risoluzione di maggioranza stamani in Aula alla Camera, a cui vanno aggiunti altri 9 deputati che non hanno preso parte al voto. Emerge dai tabulati di Montecitorio. I “no” sono stati espressi da Fabio Berardini, Pino Cabras, Andrea Colletti, Emanuela Corda, Jessica Costanzo, Carlo Ugo De Girolamo, Francesco Forciniti, Paolo GIuliodori, Mara Lapia, Alvise Maniero, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Andrea Vallascas. isultano invece non aver partecipato al voto Francesco Berti, Antonio Del Monaco, Mirella Emiliozzi, Giulia Grillo, Antonio Lombardo, Raphael Raduzzi, Cristian Romaniello, Leda Volpi. Durante le dichiarazioni di voto, avevano preso la parola in dissenso dal gruppo annunciando il proprio “no” solo Andrea Colletti, Pino Cabras, Fabio Berardini, Alvise Maniero, Maria Lapia, Francesco Forciniti. Rischiano l’espulsione? Repubblica scriveva qualche giorno fa:
«Davide vuole far cadere Conte», commenta lapidario uno dei massimi dirigenti del Movimento. Che ha in tasca una soluzione, però: subito dopo il voto della prossima settimana sul documento uscito dagli Stati generali, con la nomina di Claudio Cominardi come nuovo tesoriere, nascerà un conto corrente intestato ai 5 Stelle dove dovranno confluire le donazioni che attualmente vanno all’associazione Rousseau. Basta finanziamenti diretti. I 300 euro che ciascun eletto è costretto a versare, d’ora in poi, saranno gestiti dal partito. È il preludio di quel contratto di servizio cui i big M5S vogliono costringere il figlio del cofondatore, tenendolo fuori dallo Statuto che verrà. È l’inizio di una rivoluzione e anche – a guardar bene – il prosieguo di uno scontro sanguinoso. Che continua anche sul piano parlamentare. Per il reggente Vito Crimi, «chi voterà contro la risoluzione scritta dai gruppi di maggioranza rischia quel che rischia chi va contro le decisioni del suo gruppo». Tradotto: l’espulsione. Non ci saranno scuse e non ci saranno appelli. La decisione da prendere mercoledì riguarda una riforma europea che non si può fermare, non la richiesta del prestito Mes che è un’altra cosa e che è ormai rifiutata da tutto il Movimento