Il Fatto e la figlia della PM bocciata e assunta in Comune a Firenze

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-19

Il quotidiano di Travaglio racconta la storia della figlia di una pubblica ministera che aveva sollecitato l’assoluzione per Renzi assunta al Comune di Firenze dopo essere stata respinta in un concorso

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Il Fatto Quotidiano oggi parla della vicenda di Celeste Oranges, figlia di Acheropita Mondera Oranges, assunta al Comune di Firenze dopo essere stata respinta in un concorso. Davide Vecchi racconta che la madre aveva chiesto l’archiviazione per Matteo Renzi in un procedimento. Nel 2014, infatti, formulò la richiesta d’archiviazione spiegando che “il danno erariale era da attribuire agli amministratori e non ai vertici politici, eppure fu Renzi a nominare ben quattro dirigenti per sostituirne uno, portando i costi da 3,5 milioni di euro del 2006 a 4,2 milioni”.

Il 26 ottobre, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha assunto negli uffici della Città Metropolitana la 28enne Celeste Oranges, priva di esperienza professionale e con in tasca una laurea magistrale in Legge. Incidentalmente, Celeste è la figlia di Acheropita Mondera Oranges, che guida la Procura della Corte dei Conti della Toscana dopo esserne stata a lungo viceprocuratore generale e soprattutto dopo aver richiesto, nel 2014, l’archiviazione per Matteo Renzi in un procedimento aperto a suo carico.
Ma non basta. La sorte, a volte, si accanisce. E a queste casualità, pubblicate ieri dal Fatto, ne ha aggiunta un’altra: il 7 settembre 2017, un mese prima di ricevere l’incarico per chiamata diretta in Città Metropolitana, la 28enne Celeste Oranges aveva partecipato a un concorso pubblico del Comune di Firenzeper 48 posti di istruttore direttivo amministrativo. Un bando al quale risposero tremila candidati. Alla seconda prova sarebbero passati i primi 500. Oranges si è piazzata al 627esimo posto. Quindi, fuori sin dalla prima selezione: nessun incarico nell’amministrazione. Non attraverso il concorso.

renzi figlia della pm bocciata assunta
È bene ricordare che la richiesta di archiviazione è appunto una richiesta, sulla quale poi decide un altro giudice. Il Fatto spiega che Nardella non ha voluto replicare alcunché riguardo la vicenda:

La sua prova deve aver colpito Nardella che, dopo poche settimane, l’ha voluta nell’ufficio per il “patto per la giustizia della cittàmetropolitana diFirenze”,ritenendola –si legge nel decreto di nomina – “una figura specializzata in ambito giuridico”. Contattato telefonicamente, il sindaco ha preferito non rispondere. Ha poi chiesto di scrivergli un messaggio: “Prima della nomina lei conosceva Celeste Oranges? Le è stata segnalata? Come è stata selezionata?”. Neanche questo sms ha ricevuto alcuna risposta.

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