Cultura e scienze
Casaleggio all’ONU, la bufala di Di Maio
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-09-30
Comincia a delinearsi meglio la vicenda che porta un imprenditore multato dal Garante della Privacy per non aver saputo proteggere i dati della sua utenza a parlare di democrazia digitale dal palco più autorevole del mondo
Quando è cominciata a circolare la storia di Casaleggio all’ONU l’entourage di Luigi Di Maio, “indiziato” di aver organizzato lo speech del “tecnico informatico” di Rousseau, aveva fatto sapere che l’evento era stato invece organizzato dal precedente governo, puntando il dito sul suo predecessore Enzo Moavero Milanesi. Un retroscena del Messaggero ci fa sapere che le cose non sono andate così:
Alle 21 di questa sera il figlio di Gianroberto parlerà di democrazia digitale nel corso dell’evento “Digital Citizenship: Crucial Steps Towards a Universal and Sustainable Society”. Un caso che ha fatto subito gridare il Pd (e l’opposizione) al conflitto d’interessi. Anche ieri sera Luigi Di Maio – a Non è l’Arena su La7 ha spiegato che «l’evento era stato organizzato dal precedente governo». E che dunque la delegazione della rappresentazione italiana all’Onu è stata scelta dal suo predecessore alla Farnesina, Enzo Moavero.
Fonti del ministero che prepararono all’epoca il dossier forniscono però un’altra versione: «Fu Di Maio, all’epoca titolare del Mise e vicepremier a chiedere a Moavero di organizzare un evento all’Onu sulla cittadinanza digitale. Senza però specificare che avrebbe partecipato Casaleggio».
Comincia così a delinearsi meglio la vicenda che porta un imprenditore multato dal Garante della Privacy per non aver saputo proteggere i dati della sua utenza a parlare di democrazia digitale dal palco più autorevole del mondo. Intanto Repubblica nota che a parte il Blog delle Stelle nessun eletto M5S ha difeso Casaleggio:
Non un attestato di solidarietà né un contributo alla discussione, in sua difesa, da parte degli eletti dei 5 Stelle. Un ennesimo segnale del clima che si respira da tempo nei 5 Stelle. Con la figura di Di Maio, e per diretta emanazione quella di Casaleggio, nel mirino di un bel pezzo di classe dirigente. Dagli ex ministri e sottosegretari fatti fuori dalla squadra di governo passando per la sinistra interna che si aspettava maggiori riconoscimenti vista l’alleanza coi dem; senza dimenticare i nostalgici della Lega e i contrari conclamati (vedi Alessandro Di Battista) all’accordo col Pd.
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