Paragone riuscirà nell’impresa di portare CasaPound in Parlamento?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-22

ItalExit ha, infatti, candidato nelle sue liste – come capolista alla Camera nel Lazio – Carlotta Chiaraluce

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Dovevano sgomberare gli stabili occupati da CasaPound a Roma. Dovevano sciogliere Forza Nuova e tutti i movimento neofascisti dopo l’assalto alla sede capitolina della CGIL. E, invece, “grazie” a Gianluigi Paragone un movimento di estrema destra – che da sempre è nostalgico delle politiche mussoliniane (quelle fatte di razzismo, discriminazione e tutto il peggio a livello sociale e politico – rischia di ritrovarsi una rappresentanza in Parlamento. Perché ItalExit ha scelto Carlotta Chiaraluce come capolista alla Camera nel Lazio.

Carlotta Chiaraluce, la neo-fascista di CasaPound candidata da Paragone

La militante di CasaPound, infatti, è il nome “forte” scelto da Gianluigi Paragone nel Lazio. Una personalità molto conosciuta a Roma, in particolare in quel di Ostia dove nel 2017 ottenne il record di preferenze (1.788). Ma quella poltrona all’interno del Municipio X non andò a lei, ma al marito Luca Marsella (che era il candidato Presidente) che nel 2018 spiegò, attraverso i social, che il “fascismo è prima di tutto sorriso“. Insomma, ideologie ben note che non hanno spaventato ItalExit che nelle sue liste, oltre a vari esponenti civili dei movimenti no vax, ha trovato spazio anche per i nostalgici del Duce e del fascismo.

“CasaPound è casa mia, ma ha fatto la scelta di non presentare il simbolo alle elezioni. E io, da donna e imprenditrice che si è sempre impegnata in prima persona in politica, ritengo di poter e dover dare il mio contributo in un momento così difficile per il popolo italiano”.

Queste le parole di Carlotta Chiaraluce quando scelse di correre insieme a ItalExit. E Paragone ha detto sì, nonostante alcuni suoi post social. Come quello sul 25 aprile.

Quindi, oltre ai no vax, l’opera “pia” di Gianluigi Paragone potrebbe portare in Parlamento italiano anche neofascisti dichiarati. Una scelta che, già nel recente passato, aveva portato alla rottura dell’alleanza elettorale con “Alternativa” di Pino Cabras.

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