Calenda minaccia: “Se c’è accordo Pd-M5S per tutte le vicepresidenze delle Camere noi non votiamo”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-17

Carlo Calenda ha scritto su Twitter: “Se Pd e M5s faranno l’accordo per spartirsi le VicePresidenze, noi non parteciperemo al voto”

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Il malumore di Carlo Calenda su come Pd e M5S gestiranno la distribuizione degli incarichi apicali d’Aula era nato già nei giorni scorsi. E oggi, che le cose non sembrano essere cambiate, è esacerbato del tutto. Numeri alla mano, in quanto prima e seconda forza di minoranza, la scelta dei nomi spetta ai dem e ai pentastellati, che hanno l’ultima parola sulle vicepresidenze di Camera e Senato e su questori e segretari d’Aula in quota opposizione. Ma già ieri il leader del Terzo Polo Matteo Richetti aveva precisato: “Quando saremo chiamati per le consultazioni denunceremo a Mattarella l’atteggiamento di Pd e M5s non rispettoso delle opposizioni, che sono tre. Essere esclusi dagli uffici di presidenza delle Camere è lesivo della rappresentanza plurale delle istituzioni”.

Già, perché l’accusa del Terzo Polo è che Pd e M5S avrebbero fatto propria una tacita convergenza che metterebbe all’angolo Azione e Italia Viva sulla scelta dei nomi da far salire ai vertici del Parlamento. E oggi Carlo Calenda ha preso una posizione netta in questo senso e ha scritto su Twitter: “Se Pd e M5s, come sembra, faranno l’accordo per spartirsi tutte le VicePresidenze di Camera e Senato destinate all’opposizione, noi non parteciperemo al voto. Se questo accordo si materializzerà, la scelta del PD in termini di alleanze sarà evidente”. Se i dem continueranno ad abbracciare tale strategia, insomma, dovranno escludere in futuro anche una “virata” riformista verso il Terzo Polo.

Vicepresidenze Camere, Renzi: “Condivido Carlo Calenda”. Il dem Boccia: “Pretendere una vicepresidenza è un po’ troppo”

Sul rinnovo dei vertici di Camera e Senato e sulla strategia dei dem e dei pentastellati si è espresso pure il leader di Iv Matteo Renzi, che ha rilanciato su Twitter il post dell’alleato Carlo Calenda scrivendo un semplice: “Condivido”. Anche l’ex premier, paventando un tacito accordo tra Pd e M5S, aveva sottolineato: “Io dico solo che gli accordi istituzionali devono garantire tutte le minoranze. Se Pd e Cinque Stelle ci tenessero fuori sarebbe un atto di gravità inaudita, atto che dovremmo immediatamente porre alla attenzione del Presidente della Repubblica”.

E non si era fatta attendere la replica dell’ex ministro dem Francesco Boccia: “Quella di Renzi è la solita falsificazione. Speriamo che Renzi si fermi qui perchè sta dicendo cose false: i regolamenti di Camera e Senato garantiscono a tutte le opposizioni la presenza negli uffici di presidenza. Potranno accedere alle cariche – che sono elettive – negli uffici di presidenza, con i questori e i segretari d’Aula. Se si pretende con il 4,5% di ottenere una vicepresidenza del Senato che andrebbe ai gruppi maggiori è un po’ troppo”. Poi, sulla ‘minaccia’ di Renzi di ricorrere al Presidente della Repubblica, Boccia ha concluso: “Tirare in ballo il Presidente della Repubblica è una scorrettezza”.

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