Call of Salveene? Better call Cthulhu

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-08-26

È il gioco del momento, anche se nessuno ci ha potuto giocare perché l’uscita è annunciata per gli inizi di settembre: Call of Salveene. Presentato come un videogame il cui «scenario ricorda le atmosfere della serie Call of Duty» da un giornalista del Fatto che ha intervistato l’autore (e che non ha mai giocato a …

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È il gioco del momento, anche se nessuno ci ha potuto giocare perché l’uscita è annunciata per gli inizi di settembre: Call of Salveene. Presentato come un videogame il cui «scenario ricorda le atmosfere della serie Call of Duty» da un giornalista del Fatto che ha intervistato l’autore (e che non ha mai giocato a Call of Duty) Call of Salveene – Alla ricerca dei Marò ha fatto bagnare anche gli espertoni de Linkiesta si è già guadagnato la promessa di una denuncia da parte del leghista Buonanno con tanto di richiesta di risarcimento danni da cinquecentomila euro. Nel gioco si interpreta Matteo Salvini e lo scopo è quello (ma và?) di salvare i due marò e giusto per non farsi mancare i tormentoni dell’Internet c’è pure Emily Ratajkowski (e l’italico ESCILE!):

Salvare i Marò è la nostra priorità.
Per fare ciò serve un eroe Padano, che abbia sempre la parola populistica pronta, e non abbia paura di lanciare ruspe senza eccesso di legittima difesa.
Salveenee è l’unica risposta a tutto ciò.
Stiamo lavorando a questo gioco, questo è il primo Work In Progress.
Se diffondete ci fate un favore, e Emily Rattatajkowski saprà come ricompensarvi.


Per farlo sarà necessario sconfiggere i nemici dell’Italia (rom, immigrati, etc) lanciando loro contro delle ruspe esplosive invocando l’incantesimo RUSPA (in realtà sono dei muletti ma facciamo che è ok). Come fanno notare i soliti professionisti dell’odio la vera pecca del gioco è che – se questo è il gameplay – non si tratta di un videogioco:
call of salveene - 1
Ma di un prodotto “satirico” di livello piuttosto scadente che arriva un po’ troppo tardi. Che stiamo assistendo al sorgere di una “nuova era” dove i videogiochi fanno satira e sono ingiocabili per solleticare l’ego dei fini battuttisti dell’Internet (quelli che “e i marò” lo dicono anche quando la mamma chiede loro di rifarsi il letto)? Del resto non è certo la prima volta che dei videogiochi orribili vengono utilizzati per fare politica.
Voto: due pescatori indiani su cinque.

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