Brexit: perché l’Italia non è l’unica Fantasilandia d’Europa

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-03-31

Non sempre Fantasilandia ha la forma di uno stivale, oggi parliamo di uno stato che ha alle spalle un passato mirabile e glorioso e che ora è passato al lato oscuro dell’idiozia: la Gran Bretagna. Secondo quanto riportato dalle indiscrezioni dei media, questo paese potrebbe votare per la centesima* volta l’accordo per l’uscita dalla UE che …

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Non sempre Fantasilandia ha la forma di uno stivale, oggi parliamo di uno stato che ha alle spalle un passato mirabile e glorioso e che ora è passato al lato oscuro dell’idiozia: la Gran Bretagna. Secondo quanto riportato dalle indiscrezioni dei media, questo paese potrebbe votare per la centesima* volta l’accordo per l’uscita dalla UE che è già stato votato e bocciato nelle precedenti novantanove votazioni. Dal punto di vista tecnico saremmo quindi di fronte ad una forma di stalking del primo ministro nei confronti del parlamento, una chiara violazione della Carta Universale dei Diritti del Parlamentare** che all’art. 7 recita: “ogni parlamentare di uno stato democratico ha diritto a non essere interrogato per più di 90 volte sullo stesso identico testo nell’arco di trenta giorni”.

brexit referendum may

In questo stesso paese è considerato invece inconcepibile tenere un secondo referendum consultivo a distanza di quasi tre anni dal primo, per verificare se tutti gli avvenimenti degli ultimi tre anni (e un pochino di consapevolezza in più dei cittadini su un tema così importante), abbiano eroso quel piccolo margine che garantì la vittoria dei brexiters nel 2016. Tanto per fare un esempio persino nella Fantasilandia del sud (l’Italia) per il referendum abrogativo (rigidamente disciplinato e formalmente più vincolante di quelli consultivi) è possibile una seconda votazione dopo 5 anni dalla prima. Gli stessi legislatori della Fantasilandia del sud hanno quindi messo in preventivo che le circostanze possono cambiare, che della gente muore e altra gente diventa maggiorenne o che si possono verificare comunque degli stalli su determinate questioni molto complesse, non è quindi una bestemmia effettuare un secondo referendum. A questo punto non è escluso che la Fantasilandia del nord sia costretta a chiedere un secondo rinvio alla UE, presumibilmente più lungo, e votare i propri rappresentanti nelle nuove elezioni europee che si terranno a maggio. Sarebbe un capolavoro dell’idiozia umana che scontenterebbe tutti:

1) I brexiters che vedrebbero di fatto tradita la volontà espressa (considerata talmente sacra da rifiutare un secondo referendum).

2) I remainers che vedrebbero tradita la loro volontà di un secondo referendum.

3) Il parlamento che ha chiaramente espresso la volontà di non decidere una beneamata cippa e che sarebbe defraudato del suo diritto all’indecisione totale.

È bello sapere di non essere soli in questo mondo grande e freddo.

*In realtà sarebbe “solo” la quarta votazione, si è trattata di una licenza poetica dell’autore.

**Questa Carta potrebbe non esistere ed essere un’invenzione dell’autore

Leggi sull’argomento: Il governo non sa chi si occupa di adozioni

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