Brenda Barnini: la sindaca che cancella i manifesti-fake con Renzi

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-04-26

Brenda Barnini faceva parte della schiera dei fedelissimi di Renzi in Toscana. Alla Leopolda 2013 salì sul palco come nuova promessa della politica e successivamente divenne sindaca di Empoli. Oggi corre per la conferma della poltrona di prima cittadina ma è stata anche vittima di uno scherzo: qualcuno nella notte tra il 24 e il 25 …

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Brenda Barnini faceva parte della schiera dei fedelissimi di Renzi in Toscana. Alla Leopolda 2013 salì sul palco come nuova promessa della politica e successivamente divenne sindaca di Empoli. Oggi corre per la conferma della poltrona di prima cittadina ma è stata anche vittima di uno scherzo: qualcuno nella notte tra il 24 e il 25 ha attaccato una serie di manifesti che la ritraggono in foto con Renzi. Lei li ha fatti rimuovere:

Quello che vedete sotto è uno dei tabelloni elettorali che qualche burlone si è divertito per tutta la notte a riempire con falsi manifesti del PD con una foto di 5 anni fa di me insieme a Matteo Renzi.
Il burlone ha ovviamente evitato di attaccarli in Piazza della Stazione dove ci sono le telecamere e nei tabelloni davanti a casa mia, ma si è curato di fare il giro di tutti gli altri sparsi per il territorio comunale. Ovviamente sono già stati rimossi ma ci tengo a dire due cose su questo stupido scherzo.

brenda barnini 1

La prima: se non avete altri argomenti per fare campagna elettorale se non parlare di me e del PD vi consiglio di ritirarvi prima del 26 maggio perché per amministrare un Comune servono idee e mi pare scarseggino.
La seconda : se pensate che quella foto mi metta in difficoltà vi sbagliate di grosso perché a differenza vostra ho sempre espresso in modo chiaro le mie idee, fatto scelte non per tornaconto ma per passione e dimostrato con i fatti cosa voglia dire rimanere coerenti con i propri valori.
E quindi miei cari burloni (attenti perché ci sono più telecamere di quelle che credete) vi auguro di trascorrere un bel 25 aprile.

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