Economia

Il blocco dei rimborsi per gli obbligazionisti delle banche risolte

neXtQuotidiano 04/06/2017

Banche in risoluzione: all’autorità di Cantone non è mai arrivato il testo per far partire gli arbitrati. Ora serviranno altri mesi

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Il governo ha approvato il decreto per rimborsare gli obbligazionisti di Banca Popolare dell’Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara ma la procedura si è bloccato e per i risparmiatori che avevano investito i propri soldi nelle quattro banche liquidate — Popolare Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara — e hanno scelto di affidarsi all’arbitrato per ottenere il risarcimento si allontana inesorabilmente la possibilità di ottenere gli indennizzi. Racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera che il governo aveva deciso di istituire un Fondo di solidarietà per i rimborsi forfettari all’80 per cento e di emanare un decreto che affidasse all’arbitrato le decisioni per chi «per mancanza di requisiti o per volontà propria» aveva deciso di non chiedere quel tipo di indennizzo. Delegando all’Anac il compito di gestire la procedura.

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Gli obbligazionisti subordinati delle banche risolte (Corriere della Sera, 4 giugno 2017)


Ma mentre sono già stati liquidati circa 110 milioni di euro a fronte di oltre 6500 domande, ci sono ancora 16mila pratiche sotto esame:

. A questo lavoro doveva affiancarsi quello dell’Anac ma il percorso del decreto che fissa i criteri appare tuttora irto di ostacoli, anche tenendo conto che il primo provvedimento era stato bocciato dal Consiglio di Stato. Nel novembre scorso i giudici amministrativi avevano infatti evidenziato il rischio di «illegittimità costituzionale» nella prima stesura e rinviato il testo al ministero dell’Economia per le correzioni.

Cosa è successo?

«Noi abbiamo provveduto, è un problema della Corte dei Conti», fanno sapere da Palazzo Chigi. Una spiegazione che comunque non appare sufficiente a giustificare quanto sta accadendo, soprattutto perché la prima stesura del provvedimento era stata bocciata dal Consiglio di Stato proprio perché le disposizioni del governo erano state ritenute non idonee.

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