“Che ne pensi della mia candidatura?”, le telefonate di Berlusconi ai “suoi” per la corsa al Quirinale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-28

Dalla sua dimora di Arcore, Silvio Berlusconi continua a “sondare” i parlamentari sulla sua candidatura a Presidente della Repubblica

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La storica villa San Martino di Arcore somiglia più a un call center in questi giorni di festa. Silvio Berlusconi crede fortemente di poter diventare il prossimo Presidente della Repubblica, e continua a sondare il terreno con i parlamentari più fidati e non. “Che ne pensi della mia candidatura al Colle?”, la domanda più ricorrente, tra un augurio di Natale e di “buon anno”. Conti alla mano, immaginando un centrodestra che voti compatto per lui, ci sarebbero da convincere circa 50-60 “grandi elettori”. Dal suo studio – riferisce Adnkronos – starebbe chiamando al telefono, uno ad uno, tutti i suoi parlamentari, per sondare gli “umori del palazzo”. Cerca di piacere a tutti, vuole attrarre in maniera trasversale, puntando soprattutto ai delusi e agli scontenti, spaventati dal voto anticipato. Si spiegano così le sue uscite più morbide verso il reddito di cittadinanza, per cercare di strizzare l’occhio ai 5 stelle che tanto lo hanno criticato.

Berlusconi al Quirinale e il rilancio di Forza Italia

In cuor suo l’ex premier, che non ha mai ufficializzato la sua candidatura, coltiva la speranza di poterla spuntare alla quarta votazione, quando il quorum si abbassa e l’emiciclo – complice il voto segreto – può riservare le maggiori sorprese. Nelle ultime telefonate ai “suoi”, il leader azzurro avrebbe raccontato che i sondaggi sono dalla sua parte. In particolare quelli d lui commissionati, che prevedono – con lui al Quirinale – un balzo in avanti di Forza Italia nelle intenzioni di voto.

Anche Vittorio Sgarbi, ex forzista ora deputato del Misto, appoggia la sua candidatura. “Berlusconi è convinto di fare il presidente della Repubblica – dice – e io gli auguro che vada tutto bene”. Ma sulla tenuta dell’esecutivo dopo una eventuale elezione dell’ex Cav al Colle va in controtendenza: “Io penso tutto il contrario di quello che scrivono, cioè che se Berlusconi diventa presidente della Repubblica, si fa probabile il voto anticipato, nel 2022”. Sul fronte dem Enrico Borghi, deputato del Pd e membro della segreteria Letta, commenta: “Finché è in campo questa cosa di Berlusconi, la discussione è congelata e restando congelata è come il calcio ad agosto: chiacchiere e fantacalcio”.

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