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Il falò durante il quale sono rimasti ustionati 5 bambini a scuola a Bergamo “non era autorizzato”
neXtQuotidiano 31/05/2022
La preside della scuola San Zano di Osio Sopra (Bergamo) sostiene che il falò che ha causato 8 feriti per ustioni di cui 5 bambini non fosse stato autorizzato
Hanno provato ad arrostire marshmallow durante l’orienteering, l’attività sportiva organizzata tutte le primavere. E per farlo, hanno lanciato del liquido infiammabile, un flacone di bioetanolo, nella padella. Questa la dinamica dell’incidente avvenuto ieri alla scuola San Zano di Osio Sopra (Bergamo) che ha portato 5 bambini e 3 adulti a doversi ricoverare per ustioni. Una piccola di 4 anni è in condizioni gravi, intubata nella Terapia intensiva del Buzzi di Milano con ustioni sul 70% del corpo. Al momento i medici non si sbilanciano nel definirla fuori pericolo. Le sue scarpette sono rimaste, bruciate, nel cortile della scuola. Un bimbo di Osio Sotto, anche lui di 4 anni è in terapia intensiva a scopo precauzionale al Niguarda di Milano, con ustioni sul 20% del corpo. Un altro di 6 anni si trova invece insieme a due bimbe di 3 e 5 anni al Papa Giovanni XXIII, tutti feriti lievemente.
Il falò durante il quale sono rimasti ustionati 5 bambini a scuola a Bergamo “non era autorizzato”
“Non è mai stata un’attività prevista né contemplata, io mi chiedo come possano avere fatto una cosa del genere senza autorizzazione”, ha dichiarato Simonetta Nava, dirigente della scuola da 19 anni. “In questo momento sono distrutta – ha detto al Corriere della Sera – e molto preoccupata per i bambini ustionati. Mi assumo la responsabilità dell’orienteering. Lo abbiamo sempre organizzato, a parte negli anni del Covid. C’era un percorso con gli uccellini, una piccola carrucola, ma nessuno ha mai autorizzato il fuoco”. A Zingonia sono stati portati al Pronto soccorso invece i tre papà di 35, 36 e 40 anni che stavano accompagnando i bambini nell’orienteering. Sulla vicenda è stata aperta anche un’inchiesta dalla pm Silvia Marchina per lesioni colpose e accensioni ed esplosioni pericolose, per ora senza indagati. Resta da chiarire chi abbia introdotto nella scuola il liquido infiammabile e chi lo abbia effettivamente riversato sulla padella.
(Immagine di copertina: Pixabay)