Beppe Severgnini, Boris Johnson e il valore delle argomentazioni

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2020-09-26

Se c’è una cosa che davvero mi ossessiona è cercare (nel mio piccolissimo) di fare capire alle persone che un’argomentazione idiota a sostegno di un’opinione sensata rimane un’argomentazione idiota. Purtroppo siamo abituati ad accettare o tollerare le idiozie della “nostra parte” e a condannare senza appello le argomentazioni anche decenti “degli avversari”. I furbetti che ricorrono …

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Se c’è una cosa che davvero mi ossessiona è cercare (nel mio piccolissimo) di fare capire alle persone che un’argomentazione idiota a sostegno di un’opinione sensata rimane un’argomentazione idiota. Purtroppo siamo abituati ad accettare o tollerare le idiozie della “nostra parte” e a condannare senza appello le argomentazioni anche decenti “degli avversari”. I furbetti che ricorrono alle argomentazioni idiote sanno benissimo che non pagheranno dazio perché i propri accoliti li difenderanno sempre e comunque in nome della sacra causa, mentre gli avversari (animati dalla stessa pigrizia intellettuale) li contrasteranno in ogni caso. Va da sé che se una persona ricorrere (o accetta) argomentazioni idiote o non ha chiari i termini del problema o forse la sua causa è meno solida di quello che pensa (il terzo caso è che ceda alla scorciatoia furbetta del populismo). Succede che il premier britannico Boris Johnson, per giustificarsi del fatto che in alcuni stati l’epidemia di Covid sia più sotto controllo che in Gran Bretagna (segnatamente Italia e Germania), risponde in modo improvvido:

“In realtà c’è una sostanziale differenza tra il nostro Paese e tanti altri nel mondo. Ci sono paesi che amano la libertà e se guardate alla storia di questo paese negli ultimi 300 anni, è sempre stato all’avanguardia per libertà di pensiero e democrazia.”

boris johnson immunità di gregge coronavirus

La dichiarazione è oggettivamente infelice e poco convincente. Basterebbe ricordare a Johnson che secondo i suoi canoni gli spagnoli amerebbero la libertà almeno il doppio dei britannici. Ci sta, quindi, che questa dichiarazione sia stigmatizzata. Il Corriere affida l’incarico al buon Beppe Severgnini che, in quanto esperto di cultura anglosassone, non potrà che avere un giudizio equilibrato sulla questione. Ecco che un compito in apparenza facile facile si tramuta in una sequela di nonsense e populismi patriottici fini a se stessi (perché i nazionalisti si combattono a parole ma un po’ di patriottismo ad cazzum piace sempre trasversalmente). Il titolo (presumibilmente non scelto dall’autore ma la pseudo argomentazione è presente nell’articolo) è già un capolavoro di nonsense:

“Boris Johnson non ricorda che uno dei medici che lo ha salvato dal Covid è di Catanzaro”.

Non male davvero… sarebbe un’ottima osservazione se Boris Johnson avesse affermato che non esiste un solo medico italiano abbastanza bravo da meritare di lavorare a Londra, lo avresti proprio incastrato caro Beppe. Purtroppo non l’ha detto e questa menzione è totalmente irrilevante, ma è utile per arruffianarsi i tonti di cui sopra, sembra di sentirli: “Ma pensa te l’Italia gli ha salvato la vita e questo irriconoscente ci critica pure”. Pensate un po’ se si scoprisse che Boris Johnson ha avuto una tata italiana da piccolo, Il buon Severgnini ci andrebbe a nozze.

severgnini boris johnson

Siccome un articolo deve avere una certa lunghezza, limitarsi a scrivere che il premier britannico ha detto una sciocchezza sarebbe noioso, quindi Severgnini decide di seguire il filone nazional populista ben oltre la citazione dell’eroico medico italiano. Sceglie, infatti, di trasformarsi in un Gramellini in vena di vuota retorica (alternativamente avrebbe potuto argomentare circa le possibili cause di questa improvvisa impennata visto che sicuramente avrà molti contatti in Gran Bretagna). Severgnini si ricollega alle parole del presidente Mattarella (“anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore pure la serietà”) per farci una pippa sulle inenarrabili virtù degli italiani, nonostante Johnson non abbia mai detto che noi e i tedeschi non siamo seri (ripetiamolo per i più tonti che mi iscriveranno di diritto tra i fan di Johnson: la sua dichiarazione rimane comunque sciocca e fuori luogo). Capite l’artificio retorico? Per dimostrare che il premier britannico ha sbagliato si deve dimostrare che gli italiani sono il popolo eletto, una sciocchezza per contrastare un’altra sciocchezza. Ecco una perla riferita alla serietà degli italiani:

“ Chiunque lavori con un’azienda, un professionista, un ricercatore, un artista o un ristoratore italiano lo sa. Qualunque straniero arrivi in Italia, e abbia a che fare con un artigiano, rimane sbalordito”.

Davvero? Si vede che sono proprio sfortunato io ad avere avuto a che fare con imprese italiane poco serie e trasparenti. E ancora:

“ Capisce che sappiamo pensare con le mani e amiamo il lavoro fatto bene”.

Il solito panegirico all’artigianato italiano che in un certo senso ci condanna alla stagnazione economica ma che a noi piace tanto. D’altronde negli altri stati di valenti artigiani (che in un’economia sviluppata contano davvero poco) non c’è ne sono poverini loro.

“ Qual è il problema? Che molti tra noi non vogliono ammettere di essere seri: temono di rovinarsi la reputazione di geniali inaffidabili. Sbagliano. Gli italiani che sanno mettere insieme genio e regolatezza hanno successo, in patria e nel mondo.”

Ah ecco, noi siamo un popolo particolarmente serio e capace ma ci rifiutiamo di ammetterlo con noi stessi… gli altri, evidentemente, si sopravvalutano è questo il trucco. Avete mai visto cittadini inglesi o francesi avere successo nel loro paese o nel mondo? Io mai. Ci manca solo la citazione dei nostri avi che hanno costruito un impero o della Firenze rinascimentale. Semmai ricorderei a Severgnini che un italiano serio e competente ha molte più possibilità di affermarsi all’estero che in Italia rispetto a cittadini di altri stati. Forse la vicenda del medico italiano ci insegna proprio che gli italiani migliori devono espatriare per avere successo. Altro che genio e regolatezza.

mattarella salvini governissimo

L’articolo continua con l’elogio della paura dell’epidemia che sarebbe un sintomo di intelligenza (tipico di noi italiani) a cui si contrappone la baldanza inglese sintomo di superficialità. Faccio solo notare che se è vero che a marzo il governo britannico inizialmente sbagliò completamente strategia, in questa seconda ondata ha cominciato a prevedere forme di lockdown quando c’erano solo il doppio dei nostri contagi giornalieri, proprio perché scottato da quell’errore iniziale. Dio non voglia che in un paio di settimane non si raggiunga anche noi quota 4.000 contagi giornalieri, saremmo anche noi baldanzosi in quel caso?

L’articolo continua descrivendo come l’Italia stia progressivamente tornando alla normalità con serietà (serietà è la parola chiave), con accenni allo smart working, al possibile aumento delle diseguaglianze e all’uso del Recovery Fund. Tutto molto bello ma in che modo questo dimostra che la frase del premier britannico era sciocca? Nella chiosa poi la retorica piaciona va fuori scala.

“Invece di fare battute alla Camera dei Comuni, il primo ministro britannico venga a trovarci. Capirà che noi italiani siamo seriamente liberi e liberamente seri. Se si comporta bene, un bicchierino di mirto o di marsala glielo offriamo volentieri.”

Perfetto, il solito richiamo all’ospitalità italiana, liberamente seria e seriamente libera sia chiaro, che tanto ci fa sentire bravi. La retorica tipica dei paesi sottosviluppati che cercano di darsi una superiorità morale nei rapporti umani per compensare le gravi inefficienze che li caratterizzano.

So che i pochi che avranno avuto la pazienza di arrivare alla fine di questo articolo si staranno chiedendo se io sia pro Johnson o contro Johnson. Perché in fondo è questo quello che conta, delle argomentazioni non importa più nulla a nessuno, bisogna solo capire da che parte sta chi scrive. Vi accontento, ho scarsissima stima del premier britannico. Ma so che se un giorno criticassi Boris Johnson (cosa che per inciso ho fatto) qualcuno direbbe meravigliato: “Ma questo non era quello che aveva scritto un articolo per difendere Boris Johnson da Severgnini? Ha cambiato idea?”. A me questa cosa fa una tristezza assoluta. La verità è più semplice: a un’affermazione sciocca Severgnini ha risposto con un articolo altrettanto sciocco e “facile” da scrivere. Perché un giornalista la retorica patriottica la usa con il pilota automatico, nulla di più semplice ed efficace per lui.

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