“Io sono quel bambino gettato oltre il filo spinato”: il dolore di Roberto Benigni per l’Afghanistan | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-30

“Anche il mio cuore è profugo a vedere le immagini che arrivano dall’Afghanistan” ha spiegato l’attore e regista durante la cerimonia del Premio Speciale Città di Viareggio

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“In Afghanistan c’è una tragedia estrema. Vediamo immagini di gente nel fango, di mamme che gettano i bambini oltre il filo spinato: è come gettare il nostro cuore. Anche il nostro cuore è un profugo in questo mondo. Anch’io ho il desiderio di gettare il mio cuore oltre il filo spinato quando vedo quelle immagini, perchè riguardano anche me: io sono loro, io sono quel bambino, loro sono tutte le facce del Cristo. E come dice nel Vangelo ‘ciò che fate a loro, lo fate a me’. Dobbiamo aiutare quelle persone, non possiamo fare altro”. Lo ha detto Roberto Benigni, ieri sera, a Viareggio (Lucca) ricevendo dal sindaco Giorgio Del Ghingaro il Premio Speciale Città di Viareggio durante la cerimonia di consegna dei riconoscimenti della 92esima edizione del Premio Viareggio – Rèpaci, presieduto da Paolo Mieli.

“Io sono quel bambino gettato oltre il filo spinato”: il dolore di Roberto Benigni per l’Afghanistan | VIDEO

Prima di Benigni aveva preso la parola la scrittrice Edith Bruck, vincitrice con il romanzo autobiografico “Il pane perduto” (La nave di Teseo) della sezione di Narrativa del Premio Viareggio – Rèpaci, affermando: “Anche oggi viviamo in un mondo di profughi, come testimonia quello che accade in Afghanistan ma dobbiamo avere il coraggio della speranza. Anche nell’orrore, anche nel buio totale si cerca sempre una speranza di luce”. L’attore e regista Premio Oscar ha commentato: “Edith ha ragione e anche il mio cuore è profugo a vedere le immagini che arrivano dall’Afghanistan”. Intervistato da Paolo Mieli, l’autore del film “La vita è bella” ha ricordato di aver raccontato l’Olocausto “con ironia perché quella era finzione mediata dall’arte”. Ora, ha aggiunto, non è pensabile fare un film sul dramma afghano: “Le immagini che arrivano dall’Afghanistan sono ora una tragica realtà, è una fiamma che brucia, che non può essere ancora trattata con ironia. Quanto vediamo nei reportage da Kabul è qualcosa di insuperabile, che non si può ora far toccare dall’ironia, perchè quanto succede è troppo presente e ha bisogno del tempo”.

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