Banche e debito pubblico: la bomba piazzata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-16

L’ipotesi di estendere gli stessi principi dalle banche agli Stati e al rapporto tra i due: cosa succederebbe agli istituti di credito

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Nei giorni passati abbiamo parlato dell’ipotesi di estendere gli stessi principi dalle banche agli Stati e al rapporto tra i due: in caso di crisi pagano i creditori. In questa ottica, racconta oggi Andrea Greco su Repubblica, nell’Unione Europea, su spinta della Germania, sta pensando di aumentare solidità e liquidità delle banche imponendo altre riserve finanziarie al posto di quei titoli di Stato che negli anni della crisi sono stati acquistati e messi a riserva. Uno studio di Mediobanca spiega che una decisione del genere imporrebbe 5,7 miliardi di ricapitalizzazione alle banche europee:

Ma ora che gli steccati si sono chiusi, i regolatori pensano – con la tesi di aumentare solidità e liquidità delle banche – di “tassare” quei titoli imponendo riserve finanziarie e soglie di concentrazione. Può avere una logica: si pensi alle condizioni della Grecia, con le banche locali zeppe di titoli di Atene. Ma una mossa troppo brusca creerà un pandemonio finanziario: sottraendo miliardi al credito e forzando gli istituti a cedere miliardi di debito. Mediobanca Securities, in una ricerca dal titolo #BDLUP, evoca un clima da «whatever it takes market» (la situazione in cui Mario Draghi, nel luglio 2012, disse che la Bce era disposta a tutto per salvare l’integrità dell’euro), e suggerisce ai politici di tornare in campo, e a Matteo Renzi di continuare a resistere alle invettive tedesche «dopo che i troppi sì detti dai paesi periferici d’Europa ci hanno portato a questa crisi». Delle prossime regole si occupa – da oltre un anno – il Comitato di Basilea, che fissa gli standard mondiali in finanza.

banche debito pubblico
Chi detiene lo stock di debito pubblico (La Repubblica, 16 febbraio 2016)

Spiega Mediobanca:

Mediobanca ha simulato un impatto di future misure su un campione di 580 miliardi di titoli pubblici (di cui 236 miliardi Btp) di 21 banche in Germania, Francia, Italia, Spagna. Gli analisti, con ipotesi conservative, hanno ipotizzato un 20% di riserva sui titoli di paesi come Germania e Francia, e un 40% per quelli più rischiosi Italia e Spagna. «L’Italia è il perdente marginale – si conclude – con un deficit medio di 96 punti base sul patrimonio Cet1» delle banche. Da colmare, in soldoni, con 5,7 miliardi di nuovo capitale, con un impatto doppio perfino sulle banche spagnole (che hanno uno spread Bonos-Bund peggiore a quello italiano). Pochi problemi invece in Germania (-33 punti base) e Francia (-20 punti base). Quanto al tetto al 25%, farebbe scaricare 300 milioni di titoli di Stato. Circa metà, ovviamente, italiani.

Leggi sull’argomento: La bomba piazzata sulle banche italiane

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