“Bancarotta fraudolenta e riciclaggio”, arrestato il leader di “Io Apro” Biagio Passaro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-30

Era finito in manette anche dopo l’assalto alla sede della CGIL

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Era già finito in carcere dopo l’assalto alla sede della CGIL nell’ottobre del 2021. Rimase in cella per 18 giorni, prima del ritorno in libertà. Ora, però, si sono riaperte le porte del penitenziario per Biagio Passaro, l’ormai ex leader di “Io Apro”, quel movimento di ristoratori che aveva organizzato numerose manifestazioni in giro per l’Italia per protestare contro le misure sanitarie (come gli spazi ristretti o le chiusure all’interno degli esercizi commerciali) prese dal governo Conte-2 durante le fasi più acute della pandemia Covid-19. Le accuse mosse nei confronti dell’imprenditore sono di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Biagio Passaro, leader di “Io Apro”, arrestato per bancarotta

Dopo l’assalto alla sede della CGIL – con il coinvolgimento dei vertici del movimento di estrema destra Forza Nuova – Biagio Passaro era finito in manette. Al termine della manifestazione di Piazza del Popolo a Roma, infatti, fu lui stesso a pubblicare sui social una diretta video in cui mostrava gli istanti in cui venivano sfondati i portoni d’accesso alla sede del sindacato. Un filmato condito da questa descrizione:

“Si sfonda la sede della Cgil. Siamo entrati. Ragazzi, Io Apro e tutti hanno invaso la Cgil. Hanno sfondato, hanno sfondato, siamo dentro alla Cgil, ragazzi stiamo entrando nella Cgil”.

Poi 18 giorni di carcere, prima del ritorno in libertà. Un anno dopo, però, è arrivata la conclusione della prima fase di inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sul fallimento di una società – di cui lui era il capo – che si occupava di ristorazione tra Bologna e Modena. Come riporta AdnKronos, le accuse sono diverse:

I finanzieri di Modena hanno ricostruito operazioni di autoriciclaggio per complessivi 150mila euro, poste in essere attraverso il trasferimento del provento illecito derivante dei reati fallimentari contestati in altre attività economiche ovvero a favore di altre società dello stesso gruppo imprenditoriale. I militari della Gdf, inoltre, hanno acquisito gravi elementi indiziari sulla sistematica indebita percezione di contributi pubblici erogati in relazione alla crisi economica provocata dall’emergenza pandemica da Covid-19, da parte di altre aziende operanti nello stesso settore della fallita e riconducibili a Passaro che attraverso documentazione e dati falsi, avrebbero ottenuto indebitamente somme per mezzo milione di euro.

Dunque, non solo bancarotta fraudolenta (con sparizione dei libri contabili), ma anche autoriciclaggio e percezione di contributi pubblici, ovvero quei fondi stanziati dallo Stato per aiutare le attività imprenditoriali (con particolare riferimento a quelle che operavano nel settore della ristrutturazione) durante le fasi di chiusura per motivi sanitari.

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